Anassilaos a Prefetto Reggio: rappresentante di uno Stato che combatte
Nel 1° anniversario dell’insediamento alla Prefettura di Reggio Calabria di Michele di Bari (il 5 settembre del 2016) il Presidente del Premio Anassilaos Stefano Iorfida ha voluto ringraziare, con una lettera aperta, il Prefetto per il suo intenso operato nel corso di questi dodici mesi.
“Ho sempre considerato la figura del Prefetto – scrive Iorfida - come l’espressione più alta e compiuta, in sede locale, della Maestà dello Stato. Non di questo o di quel Governo, cangiante al cambiare delle maggioranze parlamentari, ma dello Stato, l’Organo supremo che regola e garantisce la libera e civile convivenza dei cittadini che ne fanno parte. Ho avuto modo nel corso di questi mesi soprattutto da cittadino e da esponente, modesto, di quella che si suole chiamare società civile, di apprezzare ed ammirare la Sua intensa attività e la Sua presenza costante e attenta sul territorio di questa Provincia in occasione delle più diverse criticità che lo hanno investito, sia ambientali che sociali, dalle emergenze legate agli sbarchi dei migranti a quelle climatiche, e nelle circostanze, meno drammatiche ma pur significative, rappresentate dal momento elettorale.”
Lo Stato che rappresenta l’ufficiale di Governo, sottolinea ancora Iorfida “è dunque più che mai presente laddove si avverte la necessità di chi sappia organizzare, dirigere, risolvere problemi o promuovere iniziative o, magari, soltanto consolare il cittadino bisognevole di una parola di conforto. Il Palazzo del Governo infatti non è un maniero che si eleva in un territorio ostile; non è una trincea che si contrappone ad un mondo esterno da considerare ostile e nemico, ma il punto di incontro e di mediazione – come di recente dimostrato anche dai Suoi pressanti interventi nella vicenda dell’aeroporto e dei tanti gravi problemi occupazionali che interessano la Provincia, per le quali si è speso senza risparmio alcuno - delle esigenze di un territorio complesso, difficile, talora sofferente sul piano economico e sociale ma sempre in attesa di attenzioni e cure”.
“Ella –scrive ancora il Presidente di Anassilaos - ha rappresentato in questi mesi lo Stato che non arretra, che si impegna, che combatte la criminalità, ma anche lo Stato che abbraccia e “consola” i cittadini; severo oltre ogni misura nella difesa della legalità ma anche partecipe dei bisogni dei molti e soprattutto dei giovani; consapevole che per combattere la terribile realtà della ‘ndrangheta occorre una rivoluzione culturale dal basso che sia anche una rivoluzione dello spirito. I Prefetti del passato, con le dovute eccezioni, tra cui quella rappresentata dal Prefetto Luigi De Sena, che Ella ha di recente voluto commemorare, hanno spesso avuto la tentazione di rinchiudersi all’interno delle mura così bene edificate dall’architetto Zani. Ella invece con interventi pubblici e interviste si è aperto alla società reggina – e in non poche circostanze all’opinione pubblica nazionale e internazionale - alla quale ha fatto conoscere il punto di vista Suo e quindi dello Stato, ammonendo ove necessario e consigliando per il meglio”.
“Ha inoltre preso parte, con spirito di servizio – prosegue - a quel dibattito che ha ritenuto potesse aiutare la crescita civile dei cittadini, invocando e reclamando l’unità di intenti di tutti coloro che, a diverso titolo, sono chiamati a combattere la ‘ndrangheta. Da uomo di profonda fede ha saputo con saggezza e prudenza, attraverso interventi puntuali, risvegliare una rinnovata attenzione al tema antico e oggi di grandissima attualità del rapporto tra fede e legalità, alla luce del magistero di Papa Francesco. Su tale tema, complesso e difficile in quanto scuote plurisecolari abitudini e consuetudini, l’incontro tenutosi a Polsi il 3 luglio è stato uno dei momenti più alti del Suo reggimento della Prefettura di Reggio Calabria”.
La presenza a Polsi del Ministro dell’Interno, degli esponenti più autorevoli dell’ordine giudiziario della provincia e della Chiesa nell’incontro voluto e promosso da Di Bari, secondo Iorfida, infatti, ha contribuito a conciliare posizioni che parevano inconciliabili e restituito uno dei santuari mariani più antichi della Calabria alla sua funzione di luogo della fede e dello spirito. Quale che possa essere nel prossimo futuro il ruolo che Ella andrà ad occupare all’interno dell’Amministrazione dello Stato – ma mi auguro, come reggino, una ancora lunga Sua permanenza alla guida della Prefettura di Reggio Calabria - ritengo che quanto ha realizzato in pochi mesi in una Provincia stanca e disillusa, delusa dalla politica e, in qualche circostanza, anche dalle Istituzioni, abbia positivamente inciso non soltanto nel modo di affrontare i problemi concreti del territorio - alla cui risoluzione concorrono, peraltro, altri soggetti non sempre animati dal Suo medesimo entusiasmo e impegno e dal Suo assoluto disinteresse nel bene operare - ma anche nel creare quel clima positivo e costruttivo in cui tutti, Istituzioni Civili e Religiose, Forze dell’Ordine e Cittadini, si sono riconosciuti come parte attiva, importante e significativa di un progetto più vasto di ricostruzione morale e civile della nostra Comunità”
“Di questo, come cittadino di una Città “che ha nelle sue radici la fede di Paolo e un cuore antico ma sempre giovane e caldo” (discorso ai Reggini di Giovanni Paolo II il 7 ottobre 1984), e il cui nome stesso è parola di Dio in quanto scritto nel Testo sacro degli Atti degli Apostoli, non posso che esserle grato”, conclude Iorfida nella lettera.