Comunione e Liberazione su ciclisti Lamezia
Il dolore che ha colpito la nostra città, che solo la fede può consolare, ci lascia sgomenti: amici, padri, mariti, fratelli con cui abbiamo condiviso le nostre giornate, all’improvviso sono falciati da un destino apparentemente assurdo. Per noi è impossibile non ricordare le parole pronunciate di recente dal Santo Padre per una cara amica morta in circostanze analoghe a Roma, appena dieci giorni fa: “Sebbene a volte possa sembrare che in quel momento Lui sia assente, che si dimentichi di noi, in realtà noi siamo sempre presenti a Lui, siamo nel suo cuore. Ovunque possiamo cadere, cadiamo nelle sue mani. Proprio là, dove nessuno può accompagnarci, ci aspetta Dio: la nostra Vita”. Parole come queste normalmente sembrano astratte, vana consolazione per una perdita assurda. Eppure, non è più astratto continuare a censurare il problema dello scopo della vita? Non è forse questo il “problema dei problemi”: per i familiari delle vittime, per noi e per chi dovrà vivere con il peso di questa responsabilità?