Confcommercio Catanzaro, Tassone sulla cattiva gestione del centro storico cittadino

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«E’ ora di dire basta ad un’amministrazione turistica e di marketing che ci sta solo danneggiando con strategie dell’ultimo momento che, invece di creare sviluppo, ci porteranno al collasso totale». È duro lo sfogo di Pietro Tassone, Presidente di Confcommercio - Imprese per l’Italia di Catanzaro, indirizzato all’assessorato al turismo e marketing del Comune per la cattiva gestione del centro storico, «una disorganizzazione – ha detto - che è ormai sotto gli occhi di tutti i cittadini e non solo dei commercianti». «Siamo stanchi e stufi – dice Tassone – di adattarci alle scelte del momento, vogliamo una programmazione seria e stabile in concertazione anche con la categoria che pretende, a questo punto, un confronto. Ogni giorno c’è una direttiva diversa. La mano destra non sa cosa fa la sinistra. Il sindaco, per il quale manteniamo la nostra stima e la nostra ammirazione, non ha avuto al suo fianco collaboratori che hanno reso possibile la concretizzazione della sua ottica di governo». VIABILITA’ «L’ordinanza del Comune – aggiunge Tassone - prevedeva la chiusura al traffico su Corso Mazzini a fine settembre, invece si è mantenuta la disposizione estiva fino a novembre. Speravamo a questo punto, che rimasse tale anche per il mese di dicembre. Come per magia, ci si è ricordati della scadenza dell’ordinanza e, di nuovo, sbarre, transenne e vigili urbani hanno blindato il Corso proprio sotto il periodo di Natale per sanzionare i trasgressori e bilanciare le casse comunali». ABUSIVISMO «Imperante, in tutto il centro cittadino, un abusivismo dilagante. Non c’è alcun controllo – continua Tassone - sia per quanto riguarda le autorizzazioni, che per le direttive igienico-sanitarie per la vendita di prodotti alimentari freschi. Noi, come commercianti, siamo continuamente vessati da controlli per il rispetto delle norme ed il pagamento di tasse e bollette e, invece di essere gratificati in un periodo così importante per il commercio, veniamo penalizzati con la chiusura del Corso e l’invasione di bancarelle di tutti i tipi. Avremmo gradito stand con prodotti ricercati e particolari così come presenti in tutte le altre città d’Italia, invece ci troviamo davanti alla solita festa di paese per la vendita di bigiotteria, borsette e cappellini. Di questo passo non cresceremo mai. Questo non crea sviluppo, ma collasso». «Attendiamo chiarimenti – conclude Tassone - ed un incontro programmatico urgente per salvare il salvabile».