‘Ndrangheta e business dell’accoglienza, quattro centri commissariati nel catanzarese
Quattro centri di accoglienza del catanzarese, nelle prossime settimane, saranno commissariati. Il sospetto è che nelle strutture possano esservi, infatti, infiltrazioni da parte della criminalità organizzata.
A dare la notizia è stato il massimo rappresentante di governo della provincia, il prefetto Luisa Latella, che non si è addentrata in particolari rimandando alla prossima settimana per saperne di più.
Il messaggio, comunque inquietante, è stato lanciato da Latella nel corso della manifestazione che si sta svolgendo a Taverna per la firma dei protocolli sui progetti Sprar tra Anci, Regione e Ministero e alla presenza, anche, del Ministro dell'Interno Marco Minniti.
Una notizia che giunge a soli tre giorni di distanza da un analogo provvedimento già adottato nel vibonese, dove l’ombra di una presunta ingerenza della ‘ndrangheta si è affacciata su altri tre centri di accoglienza per migrati, quelli di Briatico facendo scattare anche un’interdittiva antimafia a carico di due cooperative che ne gestiscono i centri.
Sempre dal palco di Taverna, il Prefetto Latella, intanto, ha voluto lanciare anche un messaggio più equilibrato e positivo sulla gestione dei migranti definendo la Calabria come “una terra di accoglienza” dove è però necessario non far prevalere l'aspetto affaristico, ha sottolineato evidenziando il lavoro sinergico effettuato insieme all'Anci e alla Regione.
La rappresentante dell’ufficio di governo ha poi reso noto che nella nostra regione sono 194 i Comuni che hanno aderito allo Sprar, in pratica quasi la metà degli enti calabresi.
"Un bel risultato che porterà anche benefici sul territorio” ha ribadito Latella a cui ha fatto eco il governatore Oliverio definendo la regione come “terra di frontiera essendo terra di approdo ma anche di accoglienza” e che “l'avere 190 Comuni che hanno fatto richiesta di aderire allo Sprar è un fatto significativo di questo tratto dell'accoglienza che è nel Dna della Calabria”.
Secondo Oliverio, infatti, lo Sprar “è la risposta più civile e coerente all'esigenza di fare sintesi tra sicurezza e governo delle presenze. Non è un'imposizione romana – ha però ribadito - perché i Comuni scelgono autonomamente, segno che sono in sintonia con le loro comunità”.