Appalti al Comune di Cosenza, contestati diversi casi di corruzione
In diverse situazioni i dirigenti comunali di Cosenza coinvolti nell’operazione di questa mattina della Guardia di finanza e della Procura, sarebbero ritenuti responsabili di corruzione e abuso d'ufficio.
Come quello in cui il dirigente del settore personale, ambiente e ciclo dei rifiuti, avrebbe utilizzato gratis un'impresa per fare alcuni lavori a casa della figlia. Dalle intercettazione sarebbe emerso che lo stesso dirigente avrebbe affidato lavori per più di 230 mila euro.
E non solo, perché sembra che chiedesse numerosi favori, così da scatenare le lamentele del proprietario dell’impresa edile che in una telefonata con una collaboratrice del dirigente se ne sarebbe lamentato: ad esempio per il montaggio di una scrivania, per il quale sarebbe stato chiesto insistentemente (e gratis) l'intervento di un operaio.
Non solo lavori edili, ma anche “favori” per le luminarie. Altri due dirigenti, infatti, avrebbero certificato come urgenti i lavori di installazione delle luminarie festive, per più di 600 mila euro in totale, affidandoli ad una ditta specifica e aggirando le procedure previste dalla legge.
In diverse occasioni i lavori sono stati spezzettati, per far ricadere ogni troncone di appalto sotto la soglia dei 40 mila euro. Stessa procedura sarebbe stata eseguita anche per l'apertura del canile di Donnici. Una procedura simile sarebbe stata utilizzata poi per lavori al cimitero di Cosenza, per riparazioni agli impianti idrici comunali, agli uffici giudiziari e a quelli del Giudice di pace.
Così, nell’operazione di questa mattina sono quattro le persone colpite da interdittive dai pubblici uffici: Arturo Mario Bartucci, responsabile Ambiente e Ciclo dei rifiuti; Carlo Pecoraro, responsabile del Settore Ambiente e Edilizia Privata, e Domenico Cuconato, responsabile dell' Ufficio Piano Sociale. Sono stati sospesi ciascuno per periodi che vanno dai tre ai sei mesi. L'imprenditore coinvolto è il cosentino Francesco Amendola.