Rapina da 100 mila euro a Bocchigliero: tre rossanesi incastrati dal dna
Nella serata di ieri, i carabinieri della Stazione di Bocchigliero, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Rossano e con la collaborazione del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bologna-Borgo Panigale, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Castrovillari nei confronti di tre rossanesi: Vincenzo Avena, 57 anni, Giuseppe Macaretti, 62, e Emanuele Mingrone, 34 anni, indagati per rapina aggravata.
L’episodio risale al 1 luglio 2016, quando tre uomini armati e col volto coperto da passamontagna hanno preso d’assalto l’ufficio postale di Bocchigliero, tenendo sotto la minaccia delle armi i dipendenti dell’ufficio e facendosi consegnare dal direttore la somma di 103 mila euro circa.
Le indagini dei carabinieri, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla e dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Angela Continisio, sono state da subito serrate. Nel corso del sopralluogo infatti, svolto poco dopo il fatto, i carabinieri hanno raccolto vari elementi utili alle indagini. Tra questi, le dichiarazioni dei dipendenti delle poste e di alcuni testimoni, le immagini degli impianti di videosorveglianza e, ancora più importanti, due bottiglie di acqua abbandonate sul pavimento dell’ufficio postale.
Le attività di indagine, protrattesi ininterrottamente per oltre un anno, hanno dimostrato come i tre malviventi, nel corso della notte precedente la rapina erano riusciti ad entrare nel locale caldaia adiacente l’Ufficio postale ed avevano effettuato un buco nel muro che gli avrebbe permesso di accedere al momento giusto all’interno delle poste.
All’apertura della filiale, una volta disattivato il sistema di allarme da parte dei dipendenti che stavano iniziando il turno lavorativo, i tre hanno fatto ingresso dal buco e, armati di pistola, si sono fatti consegnare il denaro per poi fuggire a bordo di una Lancia Y, successivamente risultata in uso a Mingrone. Gli altri due complici, invece, sono stati incastrati dalle bottiglie di acqua dimenticate sul luogo della rapina, dalle quali è stato possibile estrarre il loro profilo genetico.
Gli arrestati, in esecuzione dell’ordinanza a firma del Gip, Teresa Reggio, al termine delle formalità di rito sono stati tradotti in carcere: Avena e Mingrone presso la Casa Cricondariale di Castrovillari; Macaretti presso quella di Bologna.