Primo trapianto di retina artificiale, a Rizzo il premio Ambasciatore di conoscenza
Sarà il professore Stanislao Rizzo, oculista di fama internazionale, il primo cosentino a ricevere il riconoscimento di “Ambasciatore della conoscenza”. Ideatori di questa formula onorifica sono il Sindaco Mario Occhiuto e il Vice Sindaco ed Assessore alla Cultura Jole Santelli che si propongono di istituire, non diversamente da quanto accade in altre città, un pubblico riconoscimento all'impegno di eccellenti concittadini che sono riusciti ad emergere nel mondo grazie ai propri talenti ed ai propri studi, portando così lustro anche alla propria terra d'origine.
La meritata fama del prof. Rizzo, che è Direttore della Struttura Organizzativa Dipartimentale complessa di Oculistica all'Ospedale Careggi di Firenze, è legata ai risultati eccezionali ottenuti nel delicatissimo campo professionale in cui è impegnato da decenni. In particolare, Stanislao Rizzo è stato il primo al mondo ad effettuare il trapianto di retina artificiale e, per questo traguardo, ha anche ricevuto, nel 2013 a Los Angeles, il prestigioso Alfred Mann Foundation Awards come chirurgo più innovativo dell'anno.
L'illustre ospite sarà a Palazzo dei Bruzi sabato 20 gennaio per le 17,30 nel Salone di Rappresentanza del Comune. E, nell'occasione, non si limiterà a ricevere il plauso della propria città, ma offrirà al pubblico una lectio magistralis dal titolo “Ridare la vista: tecnologia e ricerca per un sogno da realizzare”, un tema che non mancherà di suscitare interesse e non soltanto tra i colleghi dello studioso.
“La cecità -anticipa Rizzo- rappresenta l’incubo peggiore fra tutte le malattie che interessano la razza umana. Ridare la vista a persone non vedenti è sempre stata il sogno di scienziati e ricreatori nel corso dei secoli. Oggi, grazie a nuove scoperte e tecnologie sempre più avanzate, si può ragionevolmente affermare che questo obiettivo sia stato raggiunto in alcune patologie molto rare e che sia molto vicino per un gran numero di pazienti sofferenti di questa terribile disabilità.”