Crotone: lettera aperta delle associazioni ambientaliste sull’eolico

Crotone Attualità

Le Associazioni Altura(Stefano Allavena) - Arci(Filippo Sestito) - Co.Ver.Kr(Sandro Tricoli) - Enpa(Giuseppina Corrado), ItaliaNostra(Teresa Liguori) –Lipu (Maria Acri ) -Legambiente(Antonio Tata), Movimento Terra Aria Acqua Libertà(Giuseppe Trocino) -WWF(Paolo Asteriti) hanno scritto una lettera aperta al governo centrale, al governo regionale, alla Provincia ed al Comune di Crotone sull’eolico.

“Negli ultimi anni in Italia, - si legge nella lettera - nonostante la mancanza di un piano energetico nazionale, è stata ampiamente incentivata la Green Economy (economia verde),in ottemperanza al Protocollo di Kyoto ed agli accordi tra Paesi europei, che prevedono che, entro il 2020, il 17% dei consumi elettrici dovranno venire da fonti rinnovabili. Grazie alle notevoli incentivazioni (come i certificati verdi, tra i più costosi al mondo), è partita la corsa alla produzione di energie rinnovabili da mega-eolico e mega-fotovoltaico in forme industriali, alimentando una forte speculazione, la cui incidenza sulle finanze pubbliche e sulle tasche degli italiani si è fatta pesantemente sentire. Essa ha favorito, come numerose inchieste penali stanno smascherando in Calabria ed in altre regioni, infiltrazioni malavitose ad ogni livello, corruzione e danni pesanti all’ambiente, alla biodiversità, al paesaggio, alla salute delle persone (art. 32 Costituzione) ed alla qualità della vita, calpestando i princìpi della nostra Costituzione, (articolo 9), che affermano la necessità prioritaria dello Stato di salvaguardare il paesaggio ed il patrimonio storico-artistico della Nazione. Tali priorità divengono strategiche in un territorio come quello di Crotone, con un’economia diffusa legata al turismo e all’agriturismo, nonché alle produzioni agricole di qualità: economie locali oggi minacciate dalla scomparsa dei suoli agricoli e di pascolo sotto distese sconfinate di impianti eolici desertificanti in nome di una falsa “ecologia”. Territorio messo a rischio da centinaia di torri eoliche d’acciaio alte oltre cento metri, con danni all’avifauna ed agli ecosistemi mediterranei. Attualmente esistono 150 aerogeneratori in funzione in tutto il territorio crotonese; alcuni di questi hanno notevolmente deturpato un paesaggio di notevole pregio, come quello a ridosso dell’Area Marina protetta “Capo Rizzuto” ed in aree SIC e ZPS. A tale proposito si rammenta che, ai sensi del decreto del Ministero dell’Ambiente 29 ottobre 2007, è vietata la realizzazione di impianti eolici in aree protette ZPS. A questi 150 vanno aggiunti 5 nuovi impianti che hanno ottenuto l’autorizzazione regionale, per un totale di 218. Se dovessero essere approvate tutte le richieste presentate, si arriverebbe ad un numero davvero spropositato di pale, ben 620, concentrate in un territorio piuttosto limitato e ricoperto di vincoli. Non è accettabile che si continui a produrre energia laddove se ne produce in enorme quantità tanto da esportarla. Di questa sovrabbondante richiesta di impianti eolici in Calabria (la regione che più di ogni altra ha aumentato la sua potenza eolica) ed in particolare nel territorio di Crotone se n’è occupato un interessante servizio di Report, “Girano le pale” di Alberto Nerazzini, andato in onda il 28 novembre scorso su Rai 3. A conferma che tale problema è molto sentito in Italia. In una situazione ambientale di impoverimento del territorio crotonese, dove muore l’economia turistica ed agricola sotto l’ombra gigantesca delle turbine del vento, dove terreni ed abitazioni vengono svalutati a causa di impianti a altissimo impatto, le ditte e i grandi gruppi legati al business che hanno creato ad hoc, con forti appoggi politici, prosperano e si arricchiscono, con impoverimento delle casse dello Stato e dei cittadini, visto che si investono risorse miliardarie che vengono poi pagate dai cittadini, come oneri aggiuntivi, con la bolletta, la più cara del continente. Inoltre, dal punto di vista occupazionale non vi sono ricadute positive, dal momento che un grande impianto d’energie rinnovabili occupa stabilmente poche unità. Pertanto, a nostro avviso non si può definire “green”questa economia, tutt’altro. Le sottoscritte associazioni, che alcuni anni fa avevano inoltrato alla precedente Giunta regionale la richiesta di moratoria per gli impianti eolici in Calabria, confermano la loro contrarietà ai grossi impianti industriali di eolico e di biomasse e chiedono invece che si incentivino l’efficienza energetica ed il risparmio energetico. Per quanto riguarda il fotovoltaico, sono favorevoli alla realizzazione di impianti che non riducano le superfici agricole e/faunistiche e che siano realizzati su strutture moderne già esistenti (capannoni industriali, parcheggi, industrie, tetti di edifici non storici). Le associazioni firmatarie chiedono che si mantengano gli incentivi per i rimboschimenti, come previsto dal Protocollo di Kyoto, come forme d’intervento virtuose e intelligenti, alternative alla produzione d’energia da centrali a biomasse, che invece contribuiscono a deforestare i boschi anche in aree protette e/o all’interno dei parchi, con conseguente grave dissesto idro-geologico dei soprassuoli. Chiedono che le amministrazioni, a tutti i livelli, adottino un piano energetico che disciplini l’installazione degli impianti di energia rinnovabili onde limitare la folle e selvaggia corsa alla presentazione di progetti che pregiudicheranno per sempre lo sviluppo turistico e agricolo del territorio. Chiedono, infine, che siano eliminati i “Certificati Verdi”, un’anomalia italiana, che hanno favorito una speculazione vergognosa, avendo trasformato le fonti di energie rinnovabili, che avrebbero dovuto salvare il pianeta dall’inquinamento e dall’effetto serra, in occasioni di interventi, invece, di grave desertificazione e scomparsa della biodiversità oltre che di danno serio all’economia turistica ed agricola, quella sì davvero sostenibile!