Cinque anni da Senatore, il bilancio di Doris Lo Moro
Doris Lo Moro, in un incontro a Palazzo Nicotera, ha stilato il bilancio dell’attività parlamentare svolta nella XVII legislatura appena conclusasi. Cinque anni da senatore illustrati nell’opuscolo “Racconto un impegno”, 42 pagine in cui dettagliatamente viene esplicitato il lavoro svolto a Palazzo Madama dalla parlamentare lametina. L’articolato documento è diviso in numerose sezioni: riforme costituzionali e legge elettorale; la Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali; le donne; altre battaglie per i diritti; il rapporto con il territorio; nella giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari; dal Pd ad Articolo Uno Movimento Democratico e Progressista Liberi e Uguali; iniziativa legislativa; attività in Commissione Affari Costituzionali; atti di indirizzo e di sindacato ispettivo; interventi in aula; l’attività parlamentare sul sito di Radio Radicale; incarichi e uffici ricoperti nella legislatura. “Racconto un impegno – ha spiegato la Senatrice Lo Moro durante il suo incontro pubblico – racconta l’attività parlamentare da me svolta attraverso gli atti. In questo documento c’è anche il racconto di un disagio, ovvero le motivazioni che mi hanno indotto a lasciare il Partito Democratico”.
A questo proposito Lo Moro ha puntualizzato: “Le scissioni non sono trasformismo, le evoluzioni della politica sono pane quotidiano”. In una sala gremita di fedelissimi sostenitori e anche di tanta gente comune, la parlamentare ha ricordato le fasi salienti dell’attività svolta a Palazzo Madama: le leggi che portano la sua firma a partire da quella riguardante le intimidazioni ai danni degli amministratori locali. E, ancora, le battaglie a favore dei diritti. “Sono stata relatrice in Parlamento di tutti i provvedimenti che hanno riguardato le donne – ha sottolineato Lo Moro – così come sono intervenuta numerose volte sul tema delle unioni civili. Si tratta di argomenti che andavano sostenuti e sono orgogliosa di averlo fatto”.
La Senatrice ha poi asserito: “Ho fatto il parlamentare con dignità e onore così come vuole l’art. 54 della nostra Costituzione. Si potrebbe dire che potevo fare di più ma, col senno di poi, tutti potevamo fare di più. Se nell’agenda politica del Governo il Meridione non è presente in maniera sufficiente, questo non è un problema del singolo parlamentare”. La Senatrice ha poi centrato l’attenzione sull’attuale situazione politica regionale. “Oggi la Calabria non gode di buona salute. Il vero problema di questa regione – ha commentato Lo Moro – è che manca la progettualità. Non si può vivere nell’emergenza”. La parlamentare si è chiesta: “Cosa si sta facendo per i giovani in Calabria? Questa terra rischia di rimanere desertificata, qui rimarranno solo le persone adulte, i nostri ragazzi se ne andranno via. Oliverio non sta facendo molto, Scopelliti ha fatto peggio”.
Lo Moro ha continuato il suo intervento rivolgendosi sempre alla giovani generazioni: “La Calabria non brilla per qualità della classe dirigente”. La Senatrice, nel suo incontro a Lamezia, ha annunciato il suo ritiro dalla politica; una decisione ben ponderata e sulla quale ha detto chiaramente di non voler avere ripensamenti. La storia politica di Doris Lo Moro, magistrato, è iniziata nel 1993 quando venne eletta sindaco della città di Lamezia che ha guidato per due mandati consecutivi. Nella giunta regionale presieduta da Agazio Loiero ha ricoperto per due anni l’incarico di assessore alla Sanità. In seguito è arrivato l’impegno al Parlamento col primo mandato alla Camera dei Deputati e il secondo al Senato.
“E’ stato un privilegio ricoprire questi incarichi – ha dichiarato Lo Moro – Il mio tempo è scaduto, ora torno al mio lavoro di magistrato con la consapevolezza e l’orgoglio che si può fare politica rimanendo persone oneste, sempre presenti a se stessi. La politica è un’arte nobile ed è anche un dovere”. Non è mancato un saluto alla città di Lamezia che attualmente vive la triste esperienza del terzo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. “Sono stata molto amata da questa città, è stata una splendida stagione politica – ha affermato Lo Moro – Da sindaco ho avuto la certezza che le cose stessero cambiando ma, la storia insegna che bisogna coltivare il cambiamento per evitare di ritrovarsi in situazioni come quella attuale”.
Sul futuro di Lamezia che fra due anni dovrà andare alle urne per scegliere un nuovo sindaco e una nuova amministrazione comunale, la Senatrice ha rimarcato: “Il candidato a sindaco va trovato tra le persone volenterose di questa città. Io non mi candiderò, sarebbe un errore. Ringrazio comunque chi, in tutti questi anni, mi ha fatto vivere la meravigliosa esperienza della politica. Il legame con i cittadini va mantenuto e lo dico ora che non ho bisogno di chiedere voti”.