Truffe on line, otto denunce a Modica. Coinvolti tre cosentini
Scarpe da 100 euro, un telefono cellulare da quasi 400 euro, oppure una consolle per video giochi da 150 euro.
E non solo: sono stati numerosi i finti oggetti messi in vendita dalle otto persone, cinque uomini e tre donne, denunciate dagli agenti del commissariato di Modica.
I poliziotti hanno scoperto una rete di truffe online che si estendeva fino a Hong Kong, da dove gli autori avrebbero imbrogliato diverse persone.
Le denunce sporte dalle vittime hanno messo in moto gli agenti della Polizia di Stato che hanno così individuato i presunti responsabili.
In un’occasione, uno dei malcapitati ha pagato 150 euro per l’acquisto di una consolle di videogiochi. Gli investigatori hanno identificato e denunciato tre persone di Cosenza: padre, figlio ed una donna senza legami di parentela con i due. Numerosissimi i precedenti specifici dei tre soggetti, secondo gli inquirenti “abituati a delinquere e truffare”.
In un’altra occasione una vittima è stata raggirata per l’acquisto di una centralina del gas per autovettura, in questo caso l’autore della truffa sarebbe un incensurato della provincia di Cosenza, di 33anni.
È invece più pesante l’onere economico della truffa che ha riguardato un utente residente a Modica che, attraverso un altro noto sito di vendita di oggetti on-line, ha acquistato di un motore marino del valore di oltre 1000 euro. Anche in questo caso il truffatore, di Ancona ma residente a Merano, e di 37 anni, è stato smascherato e denunciato.
Un altro cittadino modicano è stato invece truffato per l’acquisto di un overboard del valore di oltre 150 euro; in questo caso l’autore, una ventiquattrenne di Tivoli, è risultata immune da precedenti specifici.
Sarebbe, invece, una donna di Parma la responsabile di una finta vendita di un hard disk esterno di circa 60 euro. Per ultimo un 26enne di Ascoli Piceno, con precedenti per truffa, lesioni, minacce, molestie, avrebbe raggirato un utente di Ragusa interessato all’acquisto di un videogioco; l’oggetto in questione, del valore di circa 50 euro, veniva formalmente acquistato ma mai realmente consegnato alla vittima alla quale è restato altro da fare che sporgere querela presso gli uffici della Polizia.