Associazione medici di famiglia: “Sanità, la Cenerentola della campagna elettorale”
La sanità è la Cenerentola della campagna elettorale. È quanto scrive l’associazione medici di famiglia Mediass a Catanzaro, che prosegue affermando che “nessun partito e nessun candidato fino ad oggi ne ha parlato”. Eppure dovrebbe essere un tema caro e dovrebbe “essere al centro del dibattito politico perché l’Oms ha lanciato l’allarme indicando che i paesi dove in sanità si investe meno del 6.5% del proprio PIL si mette a rischio la salute dei propri cittadini”.
E l’Italia “spende per la sanità proprio il 6.5% del PIL con la previsione di una ulteriore diminuzione negli anni a venire. E’ questo il motivo per cui la sanità dovrebbe essere al centro dei programmi dei partiti e dei candidati che vorrebbero governare l’Italia. Invece tutto tace. E se mettere la sanità al centro delle proposte politiche vale per l’Italia a maggior ragione deve valere per i partiti e i candidati calabresi in quanto se la sanità italiana è sotto finanziata quella calabrese lo è molto di più”.
Ecco perché l’associazione chiede impegno da parte dei candidati e dei movimenti. Da una parte devono “chiudere con il piano di rientro e il commissariamento della regione Calabria”, devono “modificare il criterio della unanimità della Conferenza Stato-Regioni per la modifica dei criteri per il riparto dei fondi sanitari alle regioni”, e infine devono “finanziare la sanità in base alla numerosità delle malattie e non in base al criterio demografico”.
L’associazione ha quindi elencato i motivi per cui la sanità calabrese è sotto finanziata: “il metodo di riparto dei fondi sanitari alle regioni della Conferenza Stato-Regioni basato sul calcolo della popolazione pesata penalizza fortemente la Calabria, ( ad esempio alla Valle D’Aosta spende in sanità quasi mille euro pro capite in più della Calabria)”.
E non solo perché in “Calabria a fronte di questo sotto finanziamento ci sono molti più malati cronici, ad alta spesa sanitaria, che non nel resto d’Italia e specialmente nelle regioni del nord”; e infine “la Calabria è da otto anni sottoposta da parte del governo al piano di rientro sanitario e al commissariamento che impone ulteriori tagli alla spesa sanitaria già sotto finanziata da quasi venti anni. La conseguenza è che, anche dopo otto anni di piani di rientro e commissariamento, i Lea in Calabria sono arrivati ai minimi storici, l’aspettativa di vita invece di aumentare è diminuita e si muore prima che non nel nord Italia. E visto che queste verità sono a conoscenza di tutte le istituzioni (tanto che ometto di farne l’elenco perché sarebbe troppo lungo) deputate a gestire e/o monitorare la sanità non si capisce perché di sanità non si parla in questa campagna elettorale”.