Minori non accompagnati, in 15 affidati a famiglie reggine
La Calabria da terra di approdo è diventata casa. Almeno per i 15 minori stranieri rimasti senza a causa della chiusura del centro di accoglienza per questa categoria. È successo a Reggio Calabria dove le associazioni, di concerto con la Prefettura, hanno chiesto e ottenuto che il percorso di integrazione avviato per i minori potesse continuare. Come? Affidandoli a 15 famiglie “sancendo concretamente i valori dell’ospitalità e dell’inclusione”, scrivono le associazioni.
Le azioni sono state promosse da: Agesci Zona Terra del Bergamotto, Agesci Zona Fata Morgana, Arci Comitato Provinciale di Reggio Calabria, Arcigay, Arci Next, Masci Zona di Reggio Calabria, Co.S.Mi. Comitato Solidarietà Migranti, Centro Sportivo Italiano CSI, Gruppo Emergency Reggio Calabria, Movimento Reggio Non Tace, Stopndrangheta, Psicologi Liberi Professionisti Associazione Maestri di Speranza, Associazione Azimut, Parco Ecolandia, Associazione Il cuore di Medea, CSOA Angelina Cartella, Collettiva AutonoMia di Reggio Calabria, NUDM di Reggio Calabria, Don Cosciotti Senza Mancia, Associazione Agi 2000, Associazione Culturale Immezcla, Compagnia Pagliacci Clandestini, Associazione ReggioVeg, Associazione Sandhi, DidArT Didattica Arte Territorio, C.S.C. Nuvola Rossa, Trame Solidali, Associazione Culturale Magnolia Reggio Calabria, Associazione interculturale International House, Associazione Jineka: percorsi femminili, Apostrofì, Circolo Chaplin, OpenLab, A tu per tu, Associazione Donne medico, Associazione Sud, CVX, Unicef -Comitato Reggio Calabria, CGIL Scuola.
Così è successo che il primo risultato del lavoro intenso e capillare portato avanti dal comitato, in alternativa al trasferimento dei minori stranieri, è stato quello degli affidi. “Al tavolo -scrivono le associazioni - tenutosi in Prefettura lunedì scorso si è voluto, però, affermare con i fatti ancora di più: ogni ragazzo è protagonista del proprio destino, portatore di diritti unici e inalienabili e, in linea con il progetto educativo e in accordo con gli educatori, deve essere messo in grado di scegliere per sé il meglio, sulla base dei propri bisogni. La realtà dell’affido è complessa e delicata. Ecco perché diversi minori hanno optato ancora per l’alternativa della comunità di accoglienza. Tutti questi hanno potuto scegliere strutture di secondo livello e Sprar. Non più, dunque, centri di prima accoglienza come paventato la scorsa settimana dai servizi sociali, ma strutture con condizioni migliorative rispetto a quelle, pur notevoli, attuali e pienamente rispondenti, in tal senso, ai criteri di tutela stabiliti dalla Legge Zampa. Il diritto allo studio è, dunque, preservato e da subito i ragazzi che hanno scelto altre strutture potranno continuare il proprio percorso scolastico”.
“Quando scriviamo “forza della comunità” consideriamo, insieme all’impegno di associazioni e cittadini, il lavoro rigoroso, attento e sensibile della Prefettura, la competenza e la disponibilità del Tribunale Minorile, la pronta vicinanza del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, l’impegno del Comune di Reggio Calabria rappresentato dall’Assessore comunale delegato al coordinamento degli sbarchi e l’importante presenza del tutore Cananzi. La comunità convocata al tavolo della Prefettura, Istituzioni e società civile, è un’alta testimonianza di democrazia e Stato. Nel dialogo vivace, rispettoso e collaborativo si sono trovate soluzioni addirittura migliori rispetto a quella del mantenimento dei minori nelle strutture attuali fino a giugno. Osservata, e pienamente condivisa, l’impossibilità di un provvedimento del genere, abbiamo lavorato, come già esposto, a un percorso culturalmente ed educativamente più ambizioso”.