Operazione Dolly: sequestrati beni per 2 milioni ad imprenditore calabrese
Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, ha emesso un provvedimento di sequestro nei confronti di un sessantenne imprenditore a capo di un’azienda del settore dell’energia rinnovabile, di origini calabresi ma residente a Rimini.
Due milioni di euro è valore complessivo del patrimonio sottoposto al provvedimento che è stato eseguito dai finanzieri e che è composto dai saldi attivi di cinque conti correnti, da 44 terreni, cinque immobili, quote societarie di cinque società ed una polizza assicurativa.
I reati contestati di frode fiscale, riciclaggio di danaro deriverebbero in primis dalla realizzazione di un impianto fotovoltaico, sub-appaltando parte dei lavori a ditte che avevano, poi, emesso nei confronti della stessa società delle presunte fatture false per 4,6 milioni di euro, consentendogli così di evadere le imposte per oltre 2,2 milioni di euro.
Le Fiamme gialle riminesi avrebbero poi riscontrato che parte dei beni legati all’azienda sarebbero stati intestati alla consorte dell’imprenditore, costituendo così due nuove società alle quali avrebbe venduto immobili e terreni acquistati in precedenza.
Anche la donna è perciò ritenuta responsabile insieme al marito di concorso di reato per il trasferimento fraudolento di beni e valori.
Per quanto concerne il pagamento delle fatture passive, risultate false, sarebbero stati aperti numerosi conti correnti intestati ad aziende e persone fisiche riconducibili al titolare.
In particolare, una rilevante somma di denaro sarebbe risultata come girata su dei conti correnti intestati al figlio, anche lui indagato, che a sua volta, avrebbe e di conseguenza “riciclato” queste somme effettuando dei bonifici su conti correnti presso banche sammarinesi, società inglesi, acquistando immobili facendo emergere, in soli tre anni, una sproporzione reddituale anomala pari, tra investimenti ed entrate globali, ad oltre 700 mila euro.