Lamezia: da troppo tempo senz’acqua, interviene la Procura. Sequestrati gli impianti cittadini

Catanzaro Cronaca

Una situazione intollerabile per i cittadini di Lamezia Terme che si sono visti mancare l’acqua fino ieri e tutti i giorni, dalle 8 di sera fino alle 5 del mattino seguente, in varie zone, ed in modo “indiscriminato”.

A patirne le conseguenze non solo le abitazioni e gli esercizi pubblici e commerciali ma anche le infrastrutture essenziali alla comunità e, addirittura, gli apparati antincendio utilizzabili in situazioni di emergenza dai vigili del fuoco.

Una condizione che ha portato oggi il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale della città della Piana, su richiesta della Procura della Repubblica, ad emettere un decreto di sequestro preventivo dei serbatoi di compensazione e di ogni altro “apparato tecnicamente necessario a ripristinare” la regolare portata idrica nella città.

Ad eseguirlo sono stati i finanzieri lametini che hanno indagato nei giorni passati su quanto stesse accadendo facendo emergere, appunto, che la riduzione dell’acqua “andava inequivocabilmente ad incidere sui fabbisogni primari di circa 40 mila abitantia cui veniva a mancare, pertanto, un bene essenziale strettamente connesso col diritto alla salute garantito costituzionalmente.

Il sequestro per gli inquirenti si sarebbe reso quasi indispensabile, dato il perdurare della carenza idrica nella maggior parte della città ed è stato disposto con lo scopo di prevenire la reiterazione dell’ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio, oltre che causare “un aggravamento delle relative conseguenze”.

SETTE INDAGATI, ANCHE IL CANDIDATO DEL PD

18:49 | Sono sette le persone iscritte dalla Procura sul registro degli indagati. Tra questi i commissari liquidatori di Sorical Luigi Incarnato e Baldassarre Quartararo, i funzionari responsabili del settore idrico Sergio De Marco, Massimo Macrì e Luciano Belmonte, i responsabili del settore idrico della Lamezia Multiservizi Paolo Villella e Mario Perri.

Incarnato, in particolare, è il candidato del Partito democratico alla Camera dei Deputati nel Collegio di Castrovillari. Per la Procura avrebbe determinato insieme a Baldassarre Quartararo e ai funzionari della Sorical indagati “una riduzione della fornitura idrica di circa il 25% in relazione ai sei serbatoi di compensazione” selezionati per tagliare la portata dell’acqua “ai danni del 70% delle utenze lametine, ben consapevoli che, a causa della riduzione della portata idrica, l’acquedotto di Lamezia Terme, per le sue caratteristiche ingegneristiche, morfologiche e per il cattivo stato della rete, non avrebbe potuto funzionare in modo da garantire sufficiente fornitura di acqua a tutte le utenze, in spregio delle conseguenze sulla cittadinanza e sui pubblici servizi essenziali”.