Spaccio di marijuana. Mamma esasperata denuncia il figlio, scattano indagine e arresti
Una mamma esasperata, stanca di vedere il figlio dipendere, e da più di tre anni, dall’uso della marijuana e soprattutto per gli effetti che l’uso dello stupefacente causavano al ragazzo.
La donna trova il coraggio di dire basta e nel luglio dell’anno scorso decide di chiedere aiuto ai Carabinieri di Serrata denunciando la grave situazione di disagio, riferita allo stato di salute, del figlio.
I militari iniziano ad indagare su quanto riferito scoprendo come il giovane avesse più volte minacciato, e a volte anche aggredito violentemente, i suoi familiari per impossessarsi di alcuni beni, monili in oro ed anelli, per poi venderli e così pagare i debiti con gli spacciatori da cui aveva acquistato la droga.
In pochissimo tempo, effettuando anche una cosiddetta “attività tecnica”, i carabinieri arrivano a ricostruire la rete di pusher che nel tempo avrebbero venduto la marijuana al ragazzo così come ad altri soggetti del posto.
Stamani, al termine di una lunga ed intensa attività investigativa, condotta tra il luglio e l’agosto del 2017, è scattato il blitz.
Nel corso di un’operazione, denominata “Green Call”, tra San Pietro di Caridà, nel reggino, e Dinami, nel vibonese, i militari della Compagnia di Gioia Tauro hanno eseguito quattro misure cautelari.
Due le persone finite in arresto, ai domiciliari: Luciano e Rocco Franzese, rispettivamente di 26 e 29 anni, ed entrambe di San Pietro di Caridà. A Dinami, invece, eseguiti due obblighi di dimora nel comune di residenza a carico di Raffaele Schinello, 32enne di e Francesco Cavallaro, 22enne.
Le accuse contestategli sono, a vario titolo, di concorso in detenzione finalizzata allo spaccio ed in cessione di sostanze stupefacenti del tipo marijuana.
I Carabinieri di Serrata, che hanno condotto le indagini sotto il coordinamento dalla Procura di Palmi, hanno documentato con osservazioni e pedinamenti, numerose cessioni della droga da parte degli indagati nei confronti dei giovani del posto.
Si è anche messa la parola fine ad una escalation di comportamenti violenti commessi dal ragazzo da cui sono partite le indagini dopo la denuncia della mamma, che nel marzo scorso è finito in una comunità terapeutica riabilitativa, perché ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia, estorsione e lesioni aggravate.
I due uomini posti ai domiciliari, intanto, resteranno agli arresti nelle loro abitazioni in attesa di essere sottoposti all’interrogatorio di garanzia.