Affittavano abitazioni per creare case di appuntamento. In due in manette
L’accusa è di aver favorito la prostituzione nel centro urbano di Catanzaro sfruttando delle ragazze straniere. In due sono così finiti ai domiciliari, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo.
I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Squadra mobile nei confronti di un 68enne, C.O.A., e un 25enne, T.A., 25enne, che in concorso e in modo continuato dovranno ora rispondere dei reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e di locazione di immobile a scopo di esercizio di casa di prostituzione.
Gli agenti, su disposizione del Gip, hanno sequestrato preventivamente cinque abitazioni del capoluogo, riconducibili al 68enne e all’interno delle quali si svolgeva l’attività di meretricio.
Le indagini sono iniziate con un’attività di osservazione e di pedinamento che ha permesso di scoprire come le ragazze straniere esercitavano il “mestiere” proprio dentro alcune abitazioni. In un secondo momento si sono poi individuati i presunti responsabili, verificando il ruolo assunto dagli indagati nella gestione degli immobili.
Gli agenti hanno scoperto che il 68enne, noto dentista, con la complicità del 25enne, avrebbe affittato le case di sua proprietà ad alcune delle ragazze. In particolare il dentista avrebbe fornito la disponibilità dei suoi appartamenti mentre l’altro, si sarebbe occupato della sistemazione delle “clienti” e della riscossione degli introiti.
Il quadro indiziario a loro carico è avvalorato dalle dichiarazioni rese da una prostituta colombiana che, dopo aver giustificato la sua presenza in una delle abitazioni controllate, ha riferito di prostituirsi, sostenendo che il 25enne era colui che passava settimanalmente a ritirare 350 euro per l’affitto del piccolo locale.
L’attività, proseguita con intercettazione su alcuni cellulari, avrebbe fatto emergere l’entità del fenomeno, evidenziando come un notevole numero di donne fossero a conoscenza delle “case di appuntamento”.
Queste, usando il “passaparola”, contattavano direttamente i due “soci” sui cellulari, dicendosi disponibili a “lavorare” all’interno delle case ricevendo clienti.
Il 25enne accordava l’affitto degli appartamenti di proprietà del dentista a donne, molte delle quali definibili come habitué del posto e che, provenendo dalle più svariate città italiane, raggiungevano Catanzaro con la certezza di trovare un posto dove “esercitare” indisturbate.
Il giovane complice solitamente le faceva alternare con cadenza settimanale pretendendo di dettare le regole della loro permanenza.