Malumori negli uffici di piazza Valdesi, Pagano non ci sta: “discredito per scopi non chiari”
“Bisogna valorizzare il lavoro di conservazione e valorizzazione dei beni culturali di queste province: è l’obiettivo che mi sono posto sin dal mio insediamento affrontando quotidianamente diversi ostacoli e sfide.” È quanto esprime Mario Pagano, soprintendente della Sabap per le provincie di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
L’archeologo, cui si deve la rinascita di Ercolano, è in questi giorni al centro delle polemiche per la riorganizzazione degli uffici di piazza Valdesi su indicazione della direzione generale del Mibact e riportata dalla stampa locale.
In un articolo apparso sulla stampa locale si afferma –dando voce ai malumori della Cisl, rappresentanza sindacale di alcuni tra i dipendenti di piazza Valdesi- che, a seguito degli accertamenti della sede centrale, si è deciso di rimodulare incarichi ed aree della struttura.
Il soprintendente non ci sta però e afferma: «Nell’articolo in questione si evidenzia in maniera capziosa un’indagine -che per le sue caratteristiche sarebbe dovuta rimanere interna alla soprintendenza- che per modalità e tempistiche appare quantomeno sospetta.»
«Non è la prima volta –dichiara l’archeologo- che tali dinamiche si presentino al mio cospetto, ma, tengo a sottolineare, come il malcontento di alcuni non sia indice di una insoddisfazione dei più: oltre il 90% dei dipendenti e tutte le sigle sindacali tranne la CISL hanno a suo tempo condiviso l’organizzazione del lavoro dell’Ufficio -disposta già nel 2016- e regolarmente comunicata a suo tempo alla Direzione Generale ABAP senza che quest’ultima nulla abbia avuto da obiettare. »
«Nessun dietrofront, dunque, è stato fatto –prosegue l’archeologo- è solo stato necessario adeguare l’organizzazione dell’Ufficio alle successive determinazioni della D.G. che, a seguito di accordo sindacale nazionale, non ha ritenuto di retribuire le ulteriori aree esplicitamente previste dal Decreto Ministeriale che ne indica, nello specifico, “almeno sette”. Si è provveduto, inoltre, recentemente all’assunzione di tre nuovi funzionari architetti, prima carenti. Da ciò scaturisce l’adeguamento dell’organizzazione del lavoro, nonostante che questa fosse pienamente legittima e ben funzionante (cfr. da ultimo pronuncia ARAN RAL 113 e mia nota alla D. G. prot. 4289 dell’11.4. 2018). Si tratta, dunque, dell’ennesimo tentativo, ancora una volta con la divulgazione di documenti interni e riservati, da parte delle stesse persone, di gettare discredito e confusione per speciosi, personalistici e non chiari scopi, probabilmente diretti a favorire oscuri interessi, ed ad ostacolare un’attività da tutti considerata positiva ed innovativa.»