Prof aggrediti a Lamezia, scattano gli arresti per gli ultras catanesi
Dopo le denunce scattate lunedì scorso (LEGGI), il Gip del Tribunale di Lamezia Terme ha emesso delle ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico del gruppo degli ultras del Catania che la settimana scorsa avevano aggredito un gruppo di docenti scambiati per tifosi della squadra avversa (LEGGI).
In tutto sono venti i tifosi finiti in manette, mentre per un altro, che è minorenne, procede la procura dei minori.
I reati contestati a vario titolo dal giudice delle indagini preliminari calabrese sono quelli di rapina impropria, danneggiamento aggravato, incendio, lesioni aggravate, violenza privata, tentato omicidio, utilizzo di oggetti atti ad offendere in occasione di manifestazioni sportive, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione abusiva di materiale esplodente.
I provvedimenti, eseguiti dalla Polizia, scaturiscono dalle indagini condotte dagli agenti del Commissariato di Lamezia Terme e dalla Digos di Catanzaro in collaborazione con i colleghi di Catania ed Enna, riferiti alla sequenza di episodi che si sono verificati domenica 29 aprile scorso quando una ventina di supporters etnei avevano seguito in trasferta la squadra a Matera.
LA RICOSTRUZIONE DELL'ACCADUTO
Da quanto ricostruito dagli investigatori gli ultras siciliani si sarebbero resi responsabili di alcune aggressioni indiscriminate ai danni di cittadini inermi nei pressi degli imbarcaderi di Messina e, poi, avrebbero inseguito lungo l'Autostrada A2 del Mediterraneo una Fiat Multipla a bordo della quale viaggiavano quattro professori che erano diretti all’Università della Calabria.
Gli involontari protagonisti della vicenda - che erano stati scambiati per tifosi avversari del Siracusa - avevano lasciato l’autostrada e giunti nei pressi della stazione di Lamezia erano stati aggrediti violentemente e rapinati di valori e oggetti personali. L’auto era stata anche incendiata sul davanti da un fumogeno lanciato dagli etnei.
L'aggressione era stata interrotta dall'intervento di un agente della Polfer e da altri colleghi che erano arrivati sul posto nel frattempo.
Nel corso dell'operazione di oggi, denominata “Tifo selvaggio”, agli indagati sono stati notificati anche i Daspo emessi dal questore di Catanzaro.
FONDAMENTALI LE IMMAGINI DELLA VIDEOSERVEGLIANZA
Nel corso della conferenza stampa tenutasi negli uffici del Commissariato di Lamezia Terme, il procuratore capo della Procura locale, Salvatore Curcio, ha parlato di un’azione "barbara e premeditata" ed ha espresso forti perplessità sulla gestione dei sistemi di videosorveglianza della zona.
Le due telecamere del Comune presenti nell’area erano infatti fuori servizio, mentre Rfi non ha mai installato sistemi di controllo davanti alla stazione ferroviaria più importante della Calabria.
Per questo, gli investigatori hanno dovuto utilizzare impianti di videosorveglianza dei privati, senza i quali non sarebbe stato possibile avere del materiale fondamentale per l'indagine.
Su questo aspetto, il questore di Catanzaro, Amalia Di Ruocco, ha evidenziato di avere sollecitato Rfi e Comune ad intervenire.
GLI ARRESTATI
Si tratta di Carmelo Giuseppe Murabito; Salvatore Marco Balistreri; Vincenzo Lombardo; Tommaso Davide Viscuso; Giovanni Antinio D'Agosta; Matteo D'Agosta; Orazio Motta; Benito Pasturi; Angelo Condorelli; Gianluca La Farina; Orazio Angelo Tabuso; Simone Scarcella; Daniele D'Arrigo; Giovanni Manganaro; Damiano Nicolosi; Mirko Gallo; Luca Razza; Rosaria Calarco; Luca Spampinato.
(ultimo aggiornamento 13:47)