Emendamento Adamo. Le dichiarazioni di Ernesto Magorno (Pd)
“Le questioni poste dal coordinatore provinciale del Pd di Cosenza Bruno Villella sull’emendamento proposto da Nicola Adamo e approvato dalla maggioranza di centrodestra nell’ultima seduta del Consiglio regionale, che modifica radicalmente la legge elettorale e introduce il principio di cumulabilità degli incarichi rendendo compatibile la carica di assessore o di consigliere regionale con quella di sindaco o di presidente di Provincia, sono questioni serie che non possono essere liquidate con qualche battutina ironica o, peggio, con velenosi attacchi personali che non aiutano certamente un confronto politico che voglia davvero essere sereno e democratico”. E’ quanto afferma il capogruppo provinciale del Pd, Ernesto Magorno, in risposta ad una nota del consigliere provinciale del suo stesso partito, Raffaele Zuccarelli, pubblicata oggi sui quotidiani locali. “L’ emendamento-Adamo”, infatti –prosegue Magorno- non solo è palesemente anticostituzionale, ma indica una visione etico-politica distante anni-luce dall’impostazione e dai valori a cui si ispira lo Statuto del Pd. Quest’ultimo, infatti, all’art.8 recita tra l’altro: “Il Partito Democratico promuove la trasparenza e il ricambio nelle cariche politiche e istituzionali. Le candidature e gli incarichi sono regolate dal Codice etico del partito e dalle norme statutarie che, ad ogni livello organizzativo e per ogni ambito istituzionale, rendono gli incarichi contendibili, oltre a fissare un limite al cumulo e al rinnovo dei mandati…”. Ciò che è in gioco, dunque, non è questa o quella candidatura (chiunque, infatti, può candidarsi come e quando vuole, con o senza questo emendamento), ma la concezione che la proposta di modifica statutaria sottende e, cioè il fatto che un assessore o un consigliere regionale possa utilizzare la propria carica per condizionare pesantemente la corsa per l’elezione a sindaco o a presidente di Provincia, determinando una oggettiva disparità tra semplici cittadini che scelgono di scendere in campo proponendo una loro candidatura e quanti, utilizzando funzioni istituzionali e di potere, si collocano oggettivamente in una posizione di vantaggio.
Sbaglia chi, volendo far passare sotto silenzio quello che è un vero e proprio attentato alla democrazia, vorrebbe convincerci che i problemi sono altri e che questa è una piccola norma che, nei fatti, lascia tutto come prima”. “Da proposte come queste, infatti –conclude Magorno- nasce e si acuisce il distacco dei cittadini dalle istituzioni che non intravvedono nessuna possibilità di ricambio dell’attuale classe dirigente e cresce la grande disaffezione soprattutto dei giovani nei confronti della politica. Per questo motivo occorre mobilitarsi da subito per l’abolizione di questo emendamento, contro l’accentramento delle cariche pubbliche e per impedire che questo diventi un modo di essere e di pensare politicamente”.