Malattie renali: presentate a Catanzaro le Linee Guida del PDTA
E’ stato presentato, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Catanzaro, il documento finale del PDTA - Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per le malattie renali nell'Area Centrale della Calabria, elaborato dall’apposito gruppo di lavoro, promosso dall’ASP di Catanzaro CZ e dall’ANED - Associazione nazionale emodializzati dialisi trapianto e composto da qualificate figure professionali delle Aziende Ospedaliere Pugliese-Ciaccio e Mater Domini, delle Aziende Sanitarie di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, dell'ANED, della SIN - Società italiana nefrologia e del CRT - Centro regionale trapianti.
Il documento, scaturito da un tavolo tecnico sollecitato dall’ANED Calabria, rappresenta una utile base per la definizione del PDTA regionale per il paziente nefropatico, unico strumento davvero efficace per la gestione delle patologie croniche. Un passo in avanti verso l'obiettivo della prevenzione delle malattie renali e della riduzione delle persone che ogni anno arrivano alla dialisi.
Si tratta di linee guida per un modello assistenziale della malattia renale che deve coinvolgere tutte le unità di nefrologia dell'area centro della Calabria e che si spera venga adottato su tutto il territorio regionale. In particolare questo PDTA mira a creare un percorso orientato alla completezza della presa in carico del paziente nefropatico, dalla prevenzione della malattia renale, alle terapie sostitutive (dialisi) della funzione renale, dal trapianto al follow-up post-trapianto.
Erano presenti all’incontro il Commissario Massimo Scura, Giuseppe Perri dg dell’ASP di Catanzaro, Antonio Belcastro dg del “Mater Domini”, Antonio Montuoro segretario regionale ANED, Pellegrinio Mancini direttore Centro regionale trapianti, Paola Cianfrone Società italiana nefrologia, Pasquale Scarmuzzino vice presidente nazionale ANED, Enzo Bruno presidente Provincia di Catanzaro.
Nel corso della conferenza stampa, coordinata dall’addetto stampa dell’ASP di Catanzaro dott. Pasquale Natrella, sono emersi alcuni dati relativi alla malattia renale cronica, che rappresenta oramai un'importante causa di morbilità della popolazione generale e costituisce un problema rilevante di salute pubblica: si calcola che in Italia la patologia renale colpisce oltre il 7% della popolazione generale, conta quasi 50.000 dializzati, più di 22.000 trapiantati di rene, 7.000 in lista d'attesa, otre 3.000.000 di pazienti con Insufficienza renale cronica. Sono numeri che chiariscono il perché in non poche occasioni di confronto tra i vari protagonisti del sistema sanitario, la malattia renale viene indicata come una pandemia.
Il PDTA si fonda su un principio olistico e dinamico della gestione del paziente nefropatico in terapia conservativa, in emodialisi e in dialisi peritoneale, con percorsi di presa in carico e gestione integrata che realizzino il pieno coinvolgimento di più figure professionali: nefrologo, medico di medicina generale, infermieri, cardiologo, diabetologo, dietista, psicologo, ecc., come previsto dal documento di indirizzo per la malattia renale cronica e dal piano nazionale della cronicità. Il documento sottolinea l'importanza del supporto psicologico al paziente in terapia dialitica e fornisce validi strumenti gestionali di questo fondamentale aspetto, oggi praticamente trascurato in quasi tutti i centri dialisi del territorio nazionale.
Le strutture sanitarie addette alla presa in carico del paziente nefropatico sono enumerate per ambiti di competenza e suddivise secondo le linee dettate dal DCA 30/2017, con criterio hub-spoke- territorio.
Il documento, inoltre, detta le linee preventive della malattia renale cronica, coinvolgendo le figure del medico di base e del pediatra di base; indica le linee di diagnosi precoce delle nefropatie genetiche e le linee di gestione, confezionamento e monitoraggio degli accessi per dialisi extracorporea e peritoneale; individua gli indicatori di processo e di esito; fornisce il percorso diagnostico-terapeutico del paziente trapiantato di rene.
Gli obiettivi attesi dall'implementazione del PDTA sono da collegarsi direttamente alla riduzione della morbilità e la mortalità che deriva da: riduzione delle ospedalizzazioni; riduzione delle complicanze cardio-vascolari; riduzione accessi in pronto soccorso; riduzione dell'utilizzo di cateteri venosi centrali.
Il tavolo tecnico da cui è scaturito il documento era composto da Paola Cianfrone, Francesco D’Agostino, Irini Dimitriadu, Clementina Fittante, Elisabetta Macrina, Giuseppe Natale, Rosa Angela Pinciaroli, Giuseppe Rizzuto, Mariadelina Simeoni, valenti professionisti che hanno definito un modello organizzativo che, accanto ai temi classici della dialisi e del trapianto, si pone l'ambizioso e importante obiettivo della prevenzione.