Processo Overing, 8 condanne per traffico internazionale di droga
Otto condanne e 9 assoluzioni per l'operazione del Ros di Catanzaro scattata nel luglio del 2015. È arrivata questa notte la sentenza del Tribunale di Vibo valentia nei confronti degli imputati del processo Overing, scaturito dall’operazione che ha svelato un sistema di narcotraffico internazionale con il Sud America. Nel traffico di cocaina sono rimasti coinvolti vibonesi, reggini e colombiani con diramazioni in tutta Italia.
Le pene inflitte vanno dai 17 anni e 6 mesi ai 6 anni di reclusione. Fra i condannati principali, Ciro Davolo di Vibo Valentia, Ambrosio Aniello di Riccione e Michele Flemma di Perugia. Il Tribunale collegiale vibonese, presieduto da Lucia Monica Monaco, a latere Martina Annibaldi e Brigida Cavasino, ha così deciso: Giuseppe Schiariti otto anni di reclusione; Guillermo Leon Gonzales Correa otto anni e sei mesi di reclusione; Antonio Cortese sei anni di reclusione; Baco Riza sei anni di reclusione; Elton Zotaj sei anni di reclusione; tutti sono stati dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e interdetti legalmente durante l’espiazione della pena.
Fra gli assolti c’è Bruno Fuduli, già collaboratore di giustizia e infiltrato del Ros di Catanzaro nella storica operazione "Decollo" del 2004 sempre contro il narcotraffico internazionale. Insieme a lui sono stati assolti: Saverio Serra, Domenico Prestinenzi, Ferdinando Rossi, Bruno Fuduli, Filippo Corello e Aldo Gorgaj, Caren Maria Velazquez.
L’assoluzione è stata guadagnata per alcuni capi di imputazione da Aniello Ambrosio; Vito Serratore e Danilo Fiumara; Giuseppe Schiariti e Ciro Davolo, Baco Riza, Antonio Cortese e Elton Zotaj.
Il Ros dei carabinieri sotto la direzione della Dda di Catanzaro ha svolto indagini su un gruppo ritenuto promotore di un traffico di droga tra il Sud America e il continente europeo. Gli ingenti quantitativi di stupefacente venivano importati in Calabria per essere successivamente smistati verso il Nord Italia ed il resto d’Europa.
Durante le indagini, la cooperazione giudiziaria e di polizia con le autorità colombiane e spagnole, e il sostegno assicurato dalla Dcsa, hanno permesso il sequestro di oltre 600 chili di cocaina. Buona parte della cocaina sarebbe stata lavorata nel Vibonese (almeno fino al 2007), in una raffineria allestita in uno stabile intestato al 63enne di Spilinga.