Traffico di droga: gli “scagnozzi” del clan Giampà a processo nell’aula bunker
Si apre oggi la pagina processuale per i gregari e affiliati alla cosca Giampà di Lamezia coinvolti nell’operazione “Bianco e Nero”, che aveva visto impegnata sia la Squadra Mobile di Catanzaro che il Commissariato di Lamezia e che aveva portato a 48 perquisizioni, tre arresti e tre denunce.
Gli indagati, più di 50, sono ritenuti partecipi di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Lo spaccio sarebbe stato finalizzato anche a rifornire le casse della cosca lametina per acquistare armi e mezzi per i delitti, oltre che per la retribuzione periodica degli affiliati e l’acquisto di ulteriori stupefacenti in una viziosa sorta di circolo economico.
Il processo ha preso il via stamani nell’aula bunke del Tribunale di Catanzaro e maggior parte degli imputati ha chiesto di essere giudicata con rito abbreviato. Per quarantacinque di questi si tratta di reati per i quali sono recidivi.
Secondo il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Elio Romano, che aveva chiesto il rinvio a giudizio per 57 persone, tra il 2004 e il 2012, l’organizzazione, che faceva capo agli esponenti di spicco della cosca Giampà, avrebbe avuto il controllo del narcotraffico, nell’area di Lamezia “quale epicentro del traffico della droga”, e aveva evidenziato “capacità di approvvigionamento nelle province di Reggio Calabria (Area di Rosarno), Vibo Valentia (area di Maierato e Limbadi), Cosenza, Crotone e Milano e si è dimostrato attivo nella commercializzazione di quantitativi anche ingenti, di sostanza stupefacente: cocaina, eroina, marijuana e hashish anche proveniente dal Sudamerica”.