Immigrazione. Concluso il sit-in della Cgil in Prefettura
La Cgil di Reggio Calabria – Locri e della Piana di Gioia Tauro alla luce delle recenti vicende sulle politiche dell’immigrazione adottate dal nuovo Governo, si rivolge al Prefetto di Reggio Calabria manifestando tutta la sua preoccupazione “al netto delle probabili responsabilità penali internazionali per la violazione dei trattati sui diritti umani nei confronti dei migranti presenti sulla nave Aquarius, la Cgil trova eticamente vergognoso che si scarichi su degli innocenti il peso delle politiche razziste del nostro Paese, mai emerse in modo così atroce nella storia repubblicana”.
“Negare lo sbarco a persone disperate soccorse in mare è – avanza la sigla - una cocente sconfitta per un Paese democratico, ed è contemporaneamente la risposta sbagliata alla mancanza di responsabilità e condivisione degli oneri tra gli Stati membri dell’Unione Europea. Tutti i governi e le istituzioni europei devono entrare in azione e sostenere i Paesi che sono in prima linea a gestire gli arrivi dal mare, come l’Italia, per garantire soluzioni condivise. Ciò non esime, tuttavia, il governo italiano dalla responsabilità di una scelta gravissima, che suscita una enorme indignazione, alla quale la società civile ha il dovere morale di opporsi per frenare questa pericolosa deriva xenofoba che nulla ha a che fare con la necessità espressa dal governo di ricontrattare le condizioni del Regolamento di Dublino. Mentre chiudere i porti è semplicemente un atto da barbari”.
Intanto il durante il sit-in di protesta durato per più di tre ore in Prefettura, la Cgil ha avanzato al capo di gabinetto Patrizia Adorno, un documento per la richiesta di un incontro con la delegazione dei lavoratori provenienti dalla tendopoli di San Ferdinando e del campo container di Rosarno, mossa dalla convinzione che “la storia dell’Italia, fatta di inclusione e solidarietà, non possa essere calpestata da scelte contrarie allo spirito costituzionale che la Cgil ritiene debba ispirare ogni decisione istituzionale e governativa, porgiamo questo messaggio affinché se ne faccia portavoce presso il Governo perché quello dell’immigrazione probabilmente è ad oggi il tema più politico che esista, ma anche quello più deviato da una politica alla ricerca di facili – quanto pericolosi – consensi”.