Filiera su bando mensa in Cittadella: Coldiretti chiede revisione dell’avviso
“Per quanto riguarda l’affidamento in concessione della gestione del servizio di mensa aziendale - scrive Coldiretti al Presidente Irto - rileviamo l’assenza dei veri prodotti di filiera corta ed a Km zero”. Un parere discordante quello di Coldiretti, sulla documentazione tecnica di gara per la concessione “servizio bar, ristorazione veloce e ristorante della Cittadella Regionale”, inaugurato il 18 aprile scorso.
“Quello alla Cittadella - argomenta Coldiretti - è un servizio pensato ed organizzato, utilizzando il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa a tutela del cittadino-consumatore. Riteniamo - aggiunge - che sia un esempio virtuoso di scelta politica e visione strategica della Regione, che Coldiretti aveva chiesto, dove non è stato utilizzato il criterio del minor prezzo o massimo ribasso. Una “buona pratica” che guarda certamente ai costi che però sono contemperati dalla qualità che vorremmo applicata in tutte le mense pubbliche della Calabria e in modo particolare in quella della “Sede del Consiglio Regionale”.
“Appare strano – continua a precisare la nota - che il Consiglio Regionale che ha approvato la L.R. di iniziativa popolare, promossa da Coldiretti, “Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli a chilometri zero” la cui normativa prevede specifici compiti anche per i gestori di mense pubbliche, di fatto la disconosca e quindi non la applichi”.
“Chiediamo - prosegue - che la “Manifestazione d’interesse” si caratterizzi con la richiesta di un’offerta enogastronomica con il miglior cibo Made in Calabria: Dop-Igp, Tipico e Tradizionale, Biologico, Ogm Free e Glifosate Zero. E’ superfluo sottolineare il grande valore economico e sociale per le nostre produzioni in una fase decisiva di affermazione del “Made in Calabria” nel mondo” – annuncia ancora l’associazione di categoria”.
“Peraltro, vista la sede, è una eccellente occasioni di Marketing territoriale poiché rappresenta una vetrina di produzioni enogastronomiche che sulla qualità, distintività ed eticità hanno il loro punto di forza. Alla luce di queste considerazioni, la Coldiretti chiede la revisione dell’avviso”.