Laboratorio Crotone: “A rischio oltre 200 lavoratori. Parlamentari non stiano a guardare”
Per Laboratorio Crotone, in merito al decreto dignità, “è necessario intervenire, aprire un tavolo di discussione con le aziende, e nel caso specifico dei contact center attivare azioni per agevolare e favorire, come fatto per altri territori in situazioni di emergenza economica, commesse che consentano alle aziende di programmare stabilizzazioni nel settore”.
Laboratorio chiede dunque “un intervento responsabile, non una presa di posizione ideologica o pseudo-partitica, un intervento che abbia quale unico l'interesse del territorio. I tanti giovani e meno giovani, padri e madri di famiglia, che sono rimasti in Calabria e a Crotone, e che fino ad oggi, seppure in modo precario, hanno avuto la “dignità” di una retribuzione per il lavoro svolto, non possono essere dimenticati: il lavoro precario non si combatte aumentando le fila dei disoccupati e degli indigenti”.
Perché per Laboratorio “circa 1500 lavoratori in Calabria per effetto, diretto o indiretto non importa, del Decreto Dignità, cesseranno di lavorare a fine anno. Se il dato complessivo di 1500 lavoratori sull'intero territorio regionale assume i caratteri di una ulteriore emergenza sociale ed economica, quelli che si riferiscono alla sola provincia di Crotone lo sono ancor di più. Si parla infatti di circa 200 lavoratori che allo scadere del 2018 resteranno a casa. A Crotone son già 200 le persone che con contratto in scadenza all'Abramo Customer Care non sono state rinnovate, e altrettante non lo saranno da qui al 31 dicembre 2018. Il sito di Crotone è quello maggiormente colpito, perchè maggiore è, rispetto alle altre sede dell'Abramo Customer Care, il numero delle persone con contratto a tempo determinato e tra loro quelli con un'anzianità contrattuale maggiore rispetto alle altre sedi calabresi”.