Datel, Laboratorio Crotone: “La protesta si sposti in consiglio comunale”
Laboratorio Crotone chiederà al sindaco di Crotone Ugo Pugliese di portare la tematica dei lavoratori Datel in Consiglio comunale, “così da allargare ed istituzionalizzare la protesta”. Perché per i consiglieri “l'Abramo Customer Care è un patrimonio della città ed è la città che deve stringersi intorno a questi lavoratori che oltre al lavoro stanno perdendo la propria dignità”.
“I timori espressi nel mese di novembre sul Decreto dignità stanno trovando conferma nei non rinnovi contrattuali, prima reale conseguenza del provvedimento del Governo giallo-verde. I numeri ipotizzati in questi giorni, 400 lavoratori nel corso del 2019, ci consegnano un immediato futuro che non ha nulla a che fare con il boom economico reale solo nell'immaginario del ministro per lo Sviluppo Economico Luigi Di Maio”.
“Crotone si prepara a sprofondare nella crisi economica, una crisi occupazionale che andrà in compenso ad ampliare la platea degli aventi diritto al "fantomatico" reddito di cittadinanza. Altro che crescita. Siamo dinanzi all'involuzione del sistema economico che qui a Crotone ha avuto fino ad oggi nell'Abramo Customer Care un punto di riferimento, un'opportunità di lavoro, quello sì dignitoso, quello sì reale ed non immaginario.
“Il Decreto Dignità, lo avevamo detto, e oggi ne abbiamo la conferma, non è un provvedimento che abbatte e sconfigge la precarietà del lavoro, ma piuttosto aggrava una situazione già difficile. Lo abbiamo chiesto a novembre e lo chiediamo nuovamente e con maggiore forza oggi, la deputazione crotonese non può ancora una volta tacere, non può ancora una volta trincerarsi dietro i vecchi dictat dei partiti che allineano al vertice il pensiero della base, senza se e senza ma.
“Stanno dimostrando con i fatti che "uno non vale uno" e ancora peggio che non sono portavoce dei cittadini. Le famiglie dei tanti giovani e non, che oggi e che nei prossimi mesi dovranno fare i conti con l'assenza, non con la precarietà, del lavoro, sono una responsabilità , hanno diritto ad avere risposte, hanno la legittima aspirazione ad avere un lavoro e non un assegno di mantenimento. Il lavoro da' dignità all'uomo, non c'è dignità senza emancipazione dallo stato di necessità e di bisogno, che sia chiaro non possono trovare una risposta in un contentino economico".