Il Decreto dignità colpisce la Datel di Crotrone. in 200 a casa, sit in dei lavoratori

Crotone Cronaca

Si è ritrovata stamattina per un sit-in, una delegazione di lavoratori della Datel di Crotone a cui non è stato rinnovato il contratto scaduto a fine dicembre.

Finora sono duecento i lavoratori interessati che potranno raddoppiare a breve in vista delle prossime scadenze contrattuali della società che si occupa di servizi di call center per importanti aziende anche nazionali.

Per i sindacati ed i rappresentanti delle Rsu aziendali dell'Abramo Customer, si tratta dei primi effetti concreti del cosiddetto Decreto Dignità voluto dal Governo e che, a livello regionale, potrebbe coinvolgere fino anche a 1500 lavoratori.

Invoca, Fabio Tomaino, segretario provinciale della Uil, un tavolo istituzionale con il Governo, con le parti sindacali ma anche l’azienda, per valutare in maniera unitaria possibili soluzioni. A suo dire, in ogni caso, bisogna evitare fughe in avanti e attività unidirezionali che non porterebbero a nulla.

Il Decreto, a suo dire, potrebbe andare bene anche all’80% del territorio nazionale, ma non certo a Crotone “che ha delle peculiarità e ne subisce più di altre realtà gli effetti”. Per tale motivo, a suo parere, occorrerebbe dal Governo un “maggiore buon senso”.

Chiama in causa, inoltre, i rappresentanti dei partiti di maggioranza, ma anche l'azienda, per adoperarsi su possibili soluzioni che possano porre un freno a questi effetti deleteri per l'intero territorio.

Sulla stessa scia anche i rappresentanti della Fistel Cisl, Rita Lorenzano, Carmela Maugeri e Marcello Tucci, che sottolineano come bisogna tener conto anche delle reali possibilità dell'azienda.

Si dicono sempre più preoccupati della situazione ed auspicano che il decreto dignità venga completato, tenendo conto, soprattutto, dell'esigenza di maggiore flessibilità richiesta dal settore call center.

A loro dire, l’azienda sta utilizzando tutte le misure che la legge gli consente, compreso l'utilizzo di stagisti a costo zero, che verrebbero spesso utilizzati al posto degli stessi lavoratori, e servirebbe dunque una maggiore regolamentazione.

Infine, al Governo chiedono, piuttosto che forme di assistenza al reddito, maggiori incentivi alle imprese per consentire a realtà in salute, come quella della Datel, di poter assumere e stabilizzare più lavoratori.