Linfomi: medici a confronto per “Prendersi cura della persona, non solo del paziente”
Un intenso di confronto per “Prendersi cura della persona, non solo del paziente”. Di questo e tanto altro se ne è parlato durante l’evento informativo dell’associazione Linfovita la cui mission è l’informazione vista come prima cura da offrire al paziente.
Negli ultimi 20 anni, ci sono stati significativi progressi in tutto il settore delle patologie ematologiche ed in particolare, nei linfomi. Si è passati da un’era in cui le malattie si curavano solo con la chemioterapia e radioterapia, ad oggi in cui prevale la target terapia e l’immunoterapia sempre più evoluta. Le ultime frontiere sono quelle in cui viene potenziato il sistema immunitario per evitare che le cellule tumorali disattivano i T linfociti che sono cellule deputate alla difesa ed infine, si prepara il paziente stesso, ingegnerizzando i propri linfociti, a combattere il tumore con le proprie cellule. L’ultima arma è l’impiego delle “CAR T cell”. Linfovita durante l’incontro “Prendersi cura della persona, non solo del paziente” svoltosi lo scorso venerdì pomeriggio alla sala “Monteleone” di Palazzo Campanella e moderato dalla giornalista Eva Giumbo, ha voluto informare il paziente dei progressi avvenuti nel campo della ricerca in particolare nel settore dei linfomi per dare più forza ad affrontare la malattia e rafforzare la speranza. A confronto tanti studiosi esperti mondiali del settore: il Professor Michel Meignan venuto da Parigi che ha illustrato il valore della PET, metodica di diagnostica per immagini che consente di individuare precocemente le malattie, di valutarne le dimensioni e localizzazioni. I dottori Carmelo Tuscano e Said Al Sayyad Direttore dell’ U.O di Radioterapia del Grande Ospedale Metropolitano Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria che hanno presentato invece il ruolo della Radioterapia attuale nella cura delle malattie illustrando come si è evoluto anche questo settore e come l’utilizzo delle nuove tecniche radioterapiche ad intensità e dose modulata personalizzate per paziente garantiscono una sicura efficacia e ne riducono gli effetti tossici. La programmazione di un percorso di cura è oggi, quindi, effettuato in maniera multidisciplinare ed ematologo e radioterapisti lavorano fianco a fianco. Il Professor Massimo Federico, illustre oncologo modenese, ha posto l’accento sull’importanza della comunicazione medico-paziente, un rapporto centrale per l’efficacia del percorso di cura di ogni paziente.
“Ho iniziato la mia carriera di medico nel 1986 quando sono arrivata in ematologia. Nel mio percorso di medico ho sempre sentito la vicinanza al paziente e ho voluto fare qualcosa in più per loro, qualcosa che va oltre la malattia e che si avvicina ai loro bisogni per considerali totalmente – afferma la dottoressa Caterina Stelitano - Pensare a loro non solo per curare la malattia ma anche come persone rendendoli partecipi ed attivi. Cosi è nata Linfovita che fa da ponte tra medico e paziente migliorandone la loro qualità di vita. Questi concetti rappresentano le radici della medicina poiché anche anticamente Paracelso ed il padre della medicina Ippocrate segnalavano la necessità di una visione globale del paziente ponendo, quindi, attenzione alla sua totalità cioè ad un benessere fisico, mentale, morale per un reinserimento sociale”.