A Palazzo Santa Chiara il monologo struggente di La Ruina con ‘Masculu e fimmina’
Per gli amanti del teatro appuntamento da non perdere venerdì alle 21 all’auditorium di Palazzo Santa Chiara con “Masculu e fiammina”, l’opera di e con Saverio La Ruina, è estrapolata dalla rassegna teatrale Fughe d’inverno organizzata dalla Scuola di teatro del Sbv e dal Sistema Bibliotecario Vibonese.
La nuova produzione di Scena Verticale - Compagnia costituita a Castrovillari da La Ruina e da Dario De Luca nel lontano 1992, ed ora affermata in Italia e all’estero - ha come idea di base una conversazione tra un uomo semplice e sua madre. Una madre che non c’è più. Lui la va a trovare al cimitero. Si racconta a lei, le confida con pacatezza di essere omosessuale, “o masculu e fìammina cum’i chiamàvisi tu”, l’esistenza intima che viveva e che vive. Non l’ha mai fatto, prima. Certamente questa mamma ha intuito, ha assorbito, ha capito tutto in silenzio. Senza mai fare domande. Con infinito, amoroso rispetto. Arrivando solo a raccomandarsi, quando il figlio usciva la sera, con un tenero e protettivo “Statti attìantu”. Ora, per lui, scatta un tipico confessarsi del sud, al riparo dagli imbarazzi, dai timori di preoccupare. Forse con un piccolo indicibile dispiacere di non aver trovato prima, a tu per tu, l’occasione di aprirsi, di cercare appoggio, delicatezza.
E affiorano memorie e coscienze di momenti anche belli, nel figlio, a ripensare certi rapporti con uomini in grado di dare felicità, un benessere che però invariabilmente si rivelava effimero, perché le cose segrete nascondono mille complicazioni, destini non facili, rotture drammatiche. Nei riguardi di quella madre, pur così affettuosa e misteriosamente comprensiva, si percepisce comunque qualche rammarico, qualche mancata armonia. Ma tutto è moderato, è fatalistico, è contemplativo. In un meridione con la neve, tra le tombe, finalmente con la sensazione d’essere liberi di dire.
“Masculu e fiammina”, spettacolo che dal suo debutto al Piccolo Teatro di Milano nel dicembre 2016 è stato insignito di molti importanti riconoscimenti – tra gli ultimi il Premio Hystrio Twister 2017 tra i dieci titoli più amati della stagione 2016/2017 - sarà un’occasione in più per il pubblico vibonese di assistere ad una superba prova recitativa di Saverio La Ruina (due volte Premio Ubu), “Interprete sensibile” e “autore dal tocco profondo e emozionale, antropologo culturale e dei sentimenti” (Corriere della Sera), che in questo monologo struggente, quasi una confessione lirica, riesce a rendere con immensa delicatezza il doloroso ed intimo viaggio di un uomo alla ricerca della propria identità sociale e personale.