Un quintale di coca tra bobine di carta, valeva 23 milioni. Gioia Tauro si conferma “hub” della droga
Oltre un quintale di cocaina purissima, per l’esattezza 115 chili e mezzo di droga che una volta “tagliata” (almeno per quatto volte) sul mercato dello spaccio sarebbe stata venduta tra i 50 e i 100 euro al grammo, consentendo così alla ‘ndrangheta, dominus del settore, di intascare la bella cifra di circa 23 milioni di euro.
Un importante carico di stupefacente, dunque, ed ancora una volta fermato nel porto calabrese di Gioia Tauro dagli uomini della Guardia di Finanza reggina e dell’Agenzia delle Dogane.
La coca, suddivisa in cento panetti e caricata in tre borsoni, è stata intercettata in un contenitore che trasportava bobine di carta: proveniente da San Antonio, in Cile, dopo aver effettuato uno scalo a Rodman (Panama), era diretto a Livorno.
IL “TRAFFICO” SI SPOSTA NEGLI SCALI DEL NORD EUROPA
Quest’ultimo ritrovamento di droga conferma pertanto come lo scalo calabrese resti uno degli “hub” di particolare interesse per i “traffici” della ‘ndrangheta, sebbene le analisi della Direzione centrale per i servizi antidroga (la DCSA) fotografi uno scenario in particolare evoluzione per quanto riguarda l’importazione di stupefacenti in Europa.
Se nel 2017 nel porto gioiese sono state infatti intercettate circa due tonnellate di cocaina, che rappresentano oltre l’80% del totale dei sequestri eseguiti a livello nazionale, per il 2018 si è prospettato un dato ben diverso.
Alcune analisi pubblicate di recente, ed avvalorate da diverse operazioni concluse negli ultimi anni, sostengono che sia verosimile ritenere che le ’ndrine locali, divenute oramai referenti quasi uniche a livello Europeo dei narcos sudamericani, siano alla continua ricerca di altri porti con un volume di traffico rilevante e, allo stesso tempo, con dei controlli più tenui da parte delle forze dell’ordine: in particolare gli scali di Rotterdam e Anversa rappresenterebbero oggi i maggiori hub utilizzati per il traffico di coca.
Lo stesso presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, lo scorso 16 dicembre in riferimento ai risultati dell'operazione “European ‘ndrangheta connection”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e che ha visto la contemporanea collaborazione delle Autorità di Olanda, Germania, Belgio e Sud America e culminata con 90 arresti (LEGGI), ha avvalorato questa tesi affermando che “la ‘ndrangheta ha delocalizzato l'arrivo di sostanze stupefacenti dal porto di Gioia Tauro verso i porti di Rotterdam e Anversa che vengono preferiti perché i loro sistemi di controllo sono più blandi”.
Ulteriore conferma a questa tesi, viene dai notevoli sequestri in ambito europeo effettuati durante l’anno scorso: a Valencia (325 kg), Genova (300 kg), Barcellona (257 kg), Rotterdam (230 kg), Livorno (200 kg), Rijeka (100 kg) e, in particolare, ad Algeciras, dove il 25 aprile è stato messo a segno il più grande sequestro della storia spagnola: quasi 9 tonnellate di cocaina.
Nonostante tutto, lo sforzo investigativo della Dda di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, non è venuto mai meno ed i controlli dei Finanzieri e dei funzionari delle Dogane, sono addirittura aumentati nel numero mettendo comunque a segno, nel corso dell’anno appena trascorso, tre distinte operazioni che hanno consentito di sequestrare oltre 100 kg di coca.