Chiusura Terme Luigiane, protestano lavoratori: salta riunione tra Comuni e azienda
Non si è tenuta la riunione indetta per oggi a Guardia Piemontese fra le amministrazioni comunali di Guardia e Acquappesa e l’azienda Sateca Spa, che gestisce le Terme Luigiane: alla base dell’incontro la modalità di restituzione dall’azienda agli enti dei beni che sorgono nell’area mineraria.
La riunione è stata impedita dall’intervento di un nutrito gruppo di lavoratori delle Terme Luigiane, che hanno protestato per la chiusura dell’azienda, impedendo lo svolgimento dell’incontro.
La manifestazione è dovuta alla drammatica chiusura di fine anno dell’azienda termale, che ha comportato il licenziamento di tutto il personale, e dovuta a delle difficoltà nella trasformazione della concessione per l’uso delle acque termali in capo ai Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese.
“Nonostante la vicenda sia ormai oggetto di attenzione da parte degli amministratori pubblici da anni, non si intravede ad oggi alcuna soluzione, - hanno sostenuto i manifestanti - salvo qualche ipotesi pasticciata e non ancora chiara”.
Ciò crea forti tensioni perché il personale dell’impresa (circa 250 persone) e quello dell’indotto (stimato in almeno altrettanti) sono consapevoli che la chiusura delle Terme determinerà una crisi senza precedenti in un ampio comprensorio, con la conseguente mancata erogazione di prestazioni sanitarie, disoccupazione, chiusura di attività commerciali e turistiche e abbandono di tante strutture nate in questi anni grazie al successo delle Terme.
“La mancata soluzione sulla questione, che continua a protrarsi dopo due proroghe finalizzate a consentire ai due comuni di predisporre la documentazione necessaria alla trasformazione della concessione,- continuano i lavoratori - è legata anche alle inspiegabili difficoltà dei due Comuni a preparare la documentazione necessaria ad ottenere la trasformazione”.
I dipendenti delle terme hanno espresso fiducia nell’onorevole Giuseppe Aieta, delegato dal presidente Oliverio a risolvere la difficile problematica, “certi – affermano - che si tratti della persona giusta per affrontare la questione, per la capacità dimostrata in passato di affrontare situazioni complesse e per la profonda conoscenza del territorio e dei soggetti coinvolti”.
Tuttavia, anche oggi il personale si è dichiarato contrario ad altre eventuali proroghe e a soluzioni tampone che metterebbero al collasso un’impresa non più in grado di programmare la propria attività neanche per il futuro prossimo.
Nel pomeriggio è prevista l’ennesima riunione con i Comuni presso la Regione.