Droga e armi: demolito il “Fortino”, 17 arresti tra Sicilia e Calabria
Un'associazione criminale siculo-calabrese, specializzata nel traffico di sostanze stupefacenti e in grado di avere il controllo del territorio. È quanto scoperto dalla Squadra mobile di Messina che ha eseguito 17 arresti nell’ambito dell'operazione “Fortino” (LEGGI).
A vario titolo vengono contestati i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, lo spaccio, il porto e detenzione di armi e munizioni e l’associazione finalizzata al furto di ciclomotori ed altro. Gli arresti sono stati eseguiti su richiesta della Procura distrettuale del capoluogo siciliano, diretta dal procuratore capo Maurizio de Lucia.
L'indagine, iniziata a seguito del sequestro di cinque chili di droga, permettendo poi di scoprire che nel vico Fede, nel quartiere di Valle degli Angeli, una zona vicino al centro cittadino di Messina, operava un gruppo che - secondo gli investigatori - aveva messo in piedi un traffico di droga con grossi introiti.
“Un'organizzazione criminale che controllava un intero rione diventato difficile da penetrare” ha spiegato il procuratore aggiunto Rosa Raffa che ha coordinato le indagini. Il vico Fede dove abitavano Michele Arena e Francesco Arena, considerati i promotori dell’organizzazione, era la base del gruppo che trattava hashish e marijuana.
“Fortino - prosegue il procuratore Raffa - è il nome dell'operazione che corrisponde allo stato di impermeabilità dell'associazione che abbiamo ricostruito sia da punto di vista della accessibilità dei luoghi sia dal punto di vista della impermeabilità alla legge ed allo Stato".
LO STUPEFACENTE RIFORNITO DALLA CALABRIA
Dalle indagini è emerso come la droga arrivava dalla Calabria “secondo tradizionali e consolidati rapporti – ha spiegato ancora Raffa - che vedono il malaffare gestito in maniera reciproca, ma più spesso con rifornimenti che vengono dalla Calabria e che vedono Messina non più solo terra di passaggio ma destinazione finale della sostanza stupefacente. Messina è un mercato di primaria importanza”.
Nel corso delle investigazioni la Squadra mobile è riuscita a sequestrare per due volte della droga tenendo in segreto il sequestro, mettendo in allarme il gruppo che credeva di aver subito dei furti e aveva iniziato a progettare ritorsioni su possibili responsabili, per poi scoprire che la “merce” non era stata rubata ma, appunto, intercettata dalla polizia.
L'operazione ha offerto anche uno spaccato della criminalità in città: “Con le ultime indagini in materia di criminalità organizzata - ha concluso infatti il procuratore aggiunto - registriamo che i gruppi cittadini pur rimanendo distinti e tendenzialmente legati a quartieri del territorio della città sono più disposti rispetto al passato a comunicare tra loro ed a trattare anche alcuni affari”.
GLI ARRESTATI
Gli arrestati sono Lorenzo Anghelone, residente a Bagaladi (Reggio Calabria); i messinesi Francesco Arena, Michele Arena; Antonio Bonanno, Bartolo Bucè, Filippo Cannavò, Ugo Carbone, Giovanni Cortese detto “U Criaturi”, Paolo Mercurio, Angelo Mirabello, Paolo Francesco Musolino, Mario Orlando.
E poi: Pietro Raffa, Santoro Rosaci di Melito Porto Salvo ed i messinesi Francesco Russo, Gaetano Russo e Luigi Siracusa.