L’allarme della Dia: “Boss sempre più giovani sono la nuova linfa delle mafie”
Lancia l’allarme la Dia che nella sua ultima relazione semestrale fa l’identikit dei nuovi boss: giovani, spietati e arroganti.
Nell’ultimo quinquennio sono stati registrati “casi di mafiosi con età compresa tra i 14 e i 18 anni”, ma sembra che “la fascia tra i 18 e i 40 anni abbia assunto una dimensione considerevole” e tale “da superare quella … 40-65, di piena maturità criminale”.
Si abbassa dunque e “sensibilmente” l’età di iniziazione mafiosa. E le organizzazioni criminali continuano ad attrarre le giovani generazioni, nonostante l’azione repressiva messa in campo dello Stato.
Proprio le fasce giovanili risultano il migliore bacino in cui reclutare la manovalanza. E se, scrive la Dia, da una parte “il fenomeno pone la questione della successione nella reggenza delle cosche”, dall’altra “non appare certamente disgiunto da una crisi sociale diffusa che, soprattutto nelle aree meridionali non sembra offrire ai giovani valide alternative per una emancipazione dalla cultura mafiosa”.
Le nuove leve criminali appartengono innanzitutto alla Campania, alla Calabria, alla Sicilia e alla Puglia. E secondo l'Eurostat Regional Yearbook 2018, proprio in queste quattro regioni ci sono anche 4 degli 11 distretti europei con il maggior numero di under24 non occupati né in istruzione o formazione (i cosiddetti “neet”).
L’ASSALTO AL NORD ITALIA
Le infiltrazioni della 'ndrangheta, poi ed in particolare, si trovano anche nell’economia del nord Italia. Per la Dia si desume dalle numerose interdittive antimafia rilasciate in quelle del Paese per società che operano soprattutto nel settore edilizio, del trasporto e smaltimento rifiuti, dell'autotrasporto e della ristorazione.
Per la Divisione investigativa antimafia il modello organizzativo verticistico-unitario, proiettato verso la gestione di tutte le attività economico-finanziarie più appetibili, viene replicato, non solo in Calabria, ma anche “in altre aree nel Paese (come dimostrano le numerose regioni contaminate dalle cosche, in particolare Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Lazio e Molise) ed all'estero, in Europa (Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Austria, Slovacchia, Albania, Romania e Malta), nel continente americano (con particolare riferimento al Canada, Usa e Messico) ed in Australia”.
POLITICA E MAFIA. QUELLE RELAZIONI PERICOLOSE
Le attività si concentrano dunque nell'opera di condizionamento degli appalti, coltivata attraverso “pericolose relazioni politico-mafiose”, cosa che finisce per produrre “riflessi anche sul buon andamento degli enti locali, come confermato dallo scioglimento, nel semestre, di ben sette Consigli comunali calabresi (Cirò Marina, Scilla, Strongoli, Limbadi, Platì, San Gregorio d'Ippona e Briatico)".
Ma la supremazia della ‘ndrangheta rimane soprattutto nel settore del traffico di stupefacenti.
Proseguono inoltre i riti di affiliazione, che non sono retaggi del passato ma che per gli investigatori servono per “definire appartenenza e gerarchie interne, per rafforzare il senso di identità e per dare riconoscibilità all'esterno, anche in contesti extraregionali e persino internazionali”.
I settori più redditizi rimangono il traffico di stupefacenti, quello delle armi, i reati concernenti l'immigrazione clandestina e la tratta di persone da avviare alla prostituzione e al lavoro nero - attraverso il fenomeno del “caporalato” - la contraffazione, i reati contro il patrimonio, i furti di rame.
Ma la Dia, infine, non ha dubbi, è la criminalità albanese “l'organizzazione straniera più presente e ramificata in ambito nazionale. Il continuo "reclutamento' di giovani leve è sintomatico della capacità di rinnovamento delle proprie file, mentre le condotte, sempre più violente, risultano idonee non solo per fini criminali ma anche per risolvere dissidi e controversie tra gruppi rivali".
Tra i settori di interesse - perseguiti anche con la complicità di soggetti italiani - il narcotraffico, lo sfruttamento della prostituzione ed i reati contro il patrimonio.
(ultimo aggiornamento 13:55)