L’Italia del meridione diventa partito nazionale
L’Italia del meridione è diventato un partito nazionale. È successo a Cosenza al cinema San Nicola, dove si è svolta la costituente del movimento che si è sviluppato in una prima fase in Calabria si è radicata negli anni nelle altre realtà territoriali delle regioni meridionali.
Soddisfatto Orlandino Greco, ispiratore e fondatore del movimento, nel constatare la grande folla presentatasi a partecipare all’evento. Greco non poteva che iniziare il suo intervento ripercorrendo le tappe della nascita del movimento, gli stimoli ricevuti e le difficoltà incontrate in un quadro politico ingessato nelle appartenenze e nelle logiche di potere. L’intuizione iniziale fu che bisognava partire dai territori, dalle tradizioni culturali e portare a sintesi, nell’aggregato Mezzogiorno, storia e valori. La sfida lanciata era “un nuovo soggetto politico che fosse allo stesso tempo autenticamente autonomista, antimeridionalista, meridionale e decisamente italiano in una visione europeista”.
“Il nome “Italia del Meridione” dato al nuovo soggetto politico - ha ricordato il fondatore - nasceva dall’ascolto delle voci delle comunità e proprio nei suoni di quelle voci dei territori trovava la propria ragion d’essere senza enfasi separatista e senza nostalgia di un passato glorioso. “Italia del Meridione” ha inteso essere, sin dalle origini, non un luogo geografico ma una prospettiva politica. Oggi IDM è presente in altre realtà regionali, è presente anche in realtà internazionali a significare che, più di ieri, il tema del Sud e del Meridione è più che mai attuale.
Trattandosi della costituente di un movimento politico federale che guarda all’intero territorio nazionale, fedele alla Costituzione che con la riforma del 2001 “se da un lato toglie la parola Mezzogiorno dall’altro inserisce una serie di correttivi per far si che le zone deboli del Paese potessero avere risposte al pari di tutte le altre zone”. Ha molto insistito il fondatore di IDM, nei vari passaggi, sull’esigenza che il Paese deve avere un movimento politico che sia al servizio dei territori, delle tante voci e che sia realmente al servizio dell’unità nazionale.
La distinzione fra “unità” e “unione” ricorrerà più volte nel corso degli interventi dal podio a significare che si intende unione di culture, di valori e di comunità più che di territori. Greco ha spaziato su tutti i temi dell’attualità politica, sul governo Lega-5Stelle, sul reddito di cittadinanza al quale si è detto nettamente contrario specificando che il Meridione ha bisogno di lavoro, quello che dà dignità e futuro e non di assistenzialismo comunque mascherato. Un punto di forza dell’intervento di Orlandino Greco è stata la selezione delle classi dirigenti, storico dramma della rappresentanza politica meridionale oscillante fra notabili e feudatari di partito al di là di ogni criterio di competenza e di cultura di governo. La qualità e l’affidabilità delle classi dirigenti meridionali resta il problema cruciale dei drammi e delle arretratezze del Meridione. Non è mancata poi l’analisi dello scenario economico nazionale nel differenziale nord-sud proiettato su servizi: welfare, strade, treni, scuole, investimenti, reddito, diritti, salute, qualità della vita.
Ci sono stati poi gli indirizzi di saluto e di adesione alla costituente degli esponenti, Basilicata, Sicilia, Campania e Puglia, presente anche una rappresentanza del Lazio, tutti entusiasti del lavoro svolto e dell’obiettivo raggiunto. Nella breve replica conclusiva Orlandino Greco, col realismo lucido del politico che sa quanto ancora resta da fare, ha salutato l’assemblea con le parole di uno scrittore al quale ha voluto rendere omaggio: nel tragitto che ci aspetta “non vi auguro di viaggiare comodi ma di arrivare lontano”.