Omicidio Armentano, la parola passa alla Cassazione
È stata fissata per il 3 maggio l’udienza davanti ai giudici della Corte di Cassazione nel processo per l’omicidio di Pietro Armentano, il 61enne ucciso a Cassano Ionio nel maggio 2016 (LEGGI).
Per il delitto, con l’accusa di omicidio preterintenzionale, sono già stati condannati in primo e secondo grado due giovani incensurati, mentre alla moglie della vittima, difesa di fiducia da Raffaele Meles e costituitasi parte civile, è stato riconosciuto un risarcimento danni.
La notte del 31 maggio 2016, il 61enne è stato sorpreso a rubare gasolio da alcuni mezzi da lavoro appartenenti alla famiglia dei due imputati.
Secondo la ricostruzione, l’uomo sarebbe stato inseguito dai due e, dopo essere inciampato mentre tentava di scappare, sarebbe stato colpito da calci e pugni, tanto da avere emorragie che ne hanno provocato il decesso.
Gli imputati, Andrea e Bruno Falbo, giudicati con il rito abbreviato con l’accusa di omicidio preterintenzionale, sono stati condannati dal gip del Tribunale di Castrovillari rispettivamente a 4 anni e 5 mesi, e a 5 anni e 5 mesi, oltre al risarcimento dei danni alle costituite parti civili e al pagamento delle spese legali.
La condanna è stata poi ridotta dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro all’esito del giudizio di secondo grado. Avverso quest’ultima sentenza, i difensori dei due giovani hanno proposto ricorso in Cassazione, che sarà discusso all’udienza fissata per il prossimo 3 maggio.