Preferenza di genere. Villirillo (Libere Donne), “Calabria sempre più fragile perché è uccisa la democrazia”

Crotone Attualità
Katia Villirillo

“Oggi pomeriggio sarò a Paola per partecipare alla iniziativa promossa dall’Associazione Artemisia Gentileschi con un’intervista dal titolo emblematico – La mia resistenza. Penso così di offrire, nella giornata del 25 aprile, la testimonianza di una donna che continua a soffrire in una terra sempre più fragile poiché qui, più che altrove, viene continuamente uccisa la democrazia.” È quanto afferma Caterina Villirillo, Presidente Associazione Libere Donne, che aggiunge: “Un altro segnale inquietante è venuto nei giorni scorsi dalla mancata approvazione, in Consiglio Regionale, della legge sulla doppia preferenza di genere. (LEGGI) Lo abbiamo sottolineato con forza ancora una volta nell’incontro sulla “libertà di amare”organizzato dal Comitato Donne Città di Cutro assieme all’Associazione Libere Donne Crotone.”

“Ogni giorno – aggiunge Caterina Villirillo - si sente parlare di fatti gravi in Calabria: ancora casi di femminicidio e di violenze continue sulle donne e anche di giovani vittime innocenti come mio figlio Giuseppe Parretta, ucciso dalla piccola criminalità.(LEGGI) Il sacrificio di mio figlio ancora attende quel segnale di svolta adesso necessario in Calabria per far tutelare finalmente i nostri diritti. E i governanti regionali, non sanno dare risposte allo scalpore suscitato dal fatto che non sia passata la doppia preferenza di genere. Pur di mortificare la democrazia è stata scelta la strada dell’astensione, un altra occasione è stata persa per tornare sempre di più indietro anche nelle conquiste politiche, dimenticando completamente che anche le donne hanno diritto ad avere le stesse opportunità degli uomini di partecipazione e di rappresentanza nelle Istituzioni a tutti i livelli.”

Il Presidente di libere donne sostiene: “E’ stato questo il modo più cinico per dire addio a una Calabria di cambiamento e libertà. Tante forze ancora lasciano prevalere l’indifferenza. Io non mi rassegno e ribadisco oggi “La mia Resistenza” proprio qui dove ancora la rete sociale è ancora fragile e dove si perdono cosi opportunità per essere più forti insieme, per ottenere di più per un territorio che piange i suoi figli, sia quelli che muoiono fisicamente sia quelli che scompaiono moralmente giacchè costretti a partire altrove in cerca di quelle opportunità che sono state loro negate dalla propria terra. L’emorragia continua delle migliori energie giovanili, cresciute e formate nei territori del Mezzogiorno è certamente la forma più grave d’impoverimento non solo economico, bensì anche civile e culturale. Perciò non intendo sottacere oltre la evidente responsabilità di quel Consiglio Regionale che non pensa ai suoi cittadini e chiuso nelle proprie liturgie di potere non riesce ad aprire prospettive vere e solide per il futuro di questa terra, per il suo sviluppo economico, per la sua civiltà collettiva. Tutto ciò – aggiunge - avviene anche per colpa nostra, perché noi non critichiamo abbastanza per costruire e per essere uniti, perché nella nostra Calabria ci sono tante eccellenze che il mondo sta apprezzando e che avrebbero la forza di esprimere il loro pensiero, anche nelle diverse sensibilità politiche. Qui in Calabria siamo ancora troppo abituati ad emarginare chi ha una mente pensante e così si finisce con penalizzare noi stessi e la nostra terra. Solo la cultura rende l’uomo libero e forte –prosegue - e dove ciò non trova spazio la democrazia viene uccisa come nel Consiglio Regionale che avrebbe dovuto intervenire innanzi tutto a favore delle donne, per andare insieme verso un cambiamento vero politico, sociale e culturale. Perché tutta questa paura delle figure femminili nella politica, forse perché sono più capaci, più determinate, più coraggiose ? Sono gli uomini, mi sembra, dagli ultimi fatti accaduti a subire di più i ricatti mafiosi e le regole della violenza bestiale. Perciò come donna, come madre e soprattutto come Associazione Femminile di questo territorio, mi sento offesa da tanta protervia che vuole impedire ad agni costo la presenza di più donne nel Consiglio e nella Giunta Regionale.”

Caterina Villirillo conclude: “L’Associazione Libere Donne scende in piazza oggi, continuerà prossimamente il Primo Maggio ed è pronta ad aggregarsi a qualsiasi iniziativa “seria”, costruttiva e trasparente per la tutela dei diritti delle donne e per affermare in Calabria e nel Mezzogiorno una nuova civiltà politica.”