Audizione sanità. Oliverio: “chiesto con forza lo sblocco delle assunzioni”
Il presidente della Regione Mario Oliverio è stato udito sul decreto legge 35/19 che riguarda gli “interventi emergenziali per la sanità calabrese” e che si è svolta giovedì 9 presso la Commissione affari sociali della Camera dei deputati.
Per il governatore si è trattato di “un’audizione molto intensa nel corso della quale sono state ripercorse le diverse fasi della sanità calabrese degli ultimi 10 anni, contrassegnati da una gestione commissariale di nomina da parte del Governo, e sono stati esaminati i contenuti del decreto assunto dal Governo in relazione alla sanità calabrese”.
“Noi – ha proseguito Oliverio - abbiamo riproposto, in coerenza con il deliberato unanime della Conferenza delle Regioni, lo stralcio del richiamato decreto dell’intero capo 1 che riguarda la Calabria, considerato che la sanità è materia concorrente tra lo Stato e le Regioni e quindi i provvedimenti devono essere assunti d’intesa con le Regioni, nel rispetto del principio costituzionale della leale collaborazioni tra Amministrazioni dello Stato.
I Piani di rientro dal debito sanitario sono stati regolamentati all’interno del Patto della salute del 2006. Il parere delle Regioni è dunque che è quello il luogo in cui, a distanza di 15 anni, “si possa aggiornare e adeguare quella impostazione che sul campo ha dimostrato limiti e veri e propri fallimenti”.
L’insistere in una iniziativa unilaterale da parte del Governo – secondo Oliverio - segnerebbe uno strappo istituzionale grave e senza precedenti. Nello specifico della Calabria, in circa 10 anni, le diverse gestioni commissariali hanno assorbito tutte le funzioni ordinarie e persino quelle legislative in capo alla Regione”.
Per il governatore basta guardare i rispettivi decreti di nomina dei commissari “in cui - dice - sono elencate le competenze a loro affidate per rendersi conto che la totalità̀ delle funzioni e dei poteri propri della Regione sono stati assunti dai commissari nominati dal Governo nazionale”.
“La sola competenza di nomina dei direttori generali della Aziende sanitarie – sbotta il governatore - non può̀ minimamente confondere e alterare le responsabilità̀. Gli stessi direttori generali della Aziende sanitarie nominati dalla Regione rispondono ai vincoli di programmazione, di assegnazione delle risorse, di approvazione o bocciatura dei bilanci, di definizione delle reti ospedaliere e territoriali, di assegnazione degli stessi obiettivi previsti nei vincoli contrattuali dei direttori, definiti dai commissari nominati dal Governo”.
La tesi del presidente della Regione Calabria è che il decreto in discussione non affronti nessuna delle emergenze calabresi, ma anche che non contenga norme e risorse finanziarie in direzione della riorganizzazione, potenziamento e riqualificazione dei servizi sanitari.
“Lo stesso – afferma il governatore - ha solo lo scopo di impossessarsi della nomina dei direttori generali della Aziende sanitarie attraverso la nomina di commissari a cui vengono riconosciute indennità aggiuntive pari a 50 mila euro oltre ai rimborsi spese per ulteriori 20 mila euro”.
Un altro elemento sostenuto da Oliverio è che così, inoltre, “si mortificano con pregiudiziali inaccettabili le professionalità calabresi, si stravolgono dettami nazionali in materia di requisiti, si cancella l’attività della Stazione unica appaltante (Sua) quale unico soggetto aggregatore che negli anni recenti è stato oggetto di riconoscimenti sia dell’Anac che del Ministero della finanze con relative primalità”. In pratica, che si estrometta di fatto “il già fragile sistema imprenditoriale calabrese”.
Quanto invece all’emergenza sulla carenza di personale medico e delle diverse professioni sanitarie, che rischia di aggravarsi anche a seguito degli incentivi al pensionamento, il presidente della giunta regionale afferma di aver chiesto “con forza” lo sblocco delle assunzioni ed il superamento del blocco del turn over attraverso un Piano straordinario che consenta di colmare il vuoto degli organici nelle Aziende ospedaliere e sul territorio, ed evitare già̀ dalle prossime settimane delle criticità e persino impossibilità, in alcuni casi, a garantire i servizi sanitari.
“Purtroppo in questo decreto approvato dal Governo e sottoposto all’esame del Parlamento - spiega poi Oliverio - manca proprio la norma necessaria per aiutare il servizio sanitario calabrese ad uscire dall’emergenza”.