Narcotraffico. Dalla latitanza in Spagna a Reggio: estradato presunto capocosca
Il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Criminalpol ha riportato in Italia il capocosca Rosario Grasso, 37enne di Gioia Tauro arrestato il 6 marzo scorso a Pozuelo de Alarcon-Madrid, in compagnia di un altro ex ricercato, Giuseppe Di Marte, che è stato già estradato (LEGGI).
Inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi del Ministero dell’Interno, secondo gli inquirenti Grasso avrebbe rivestito ruolo di assoluto vertice della ‘ndrina dei Cacciola-Grasso, e sarebbe stato attivissimo nell’importazione di stupefacenti in Europa, gestendo i contatti diretti con gli esponenti dei cartelli colombiani e venezuelani.
Una pressante attività investigativa condotta dai Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro tra il 2017 ed il 2018 - coordinata dalla Procura della Repubblica reggina - avviata all’indomani dell’operazione di polizia “Ares” (LEGGI), ha condotto le forze dell’ordine alla cattura dei due latitanti.
Nell’ambito di quel blitz, scattato 9 luglio del 2018, si disarticolarono due contrapposte aggregazioni della ‘ndrangheta operanti nella Piana di Gioia Tauro, quella dei Cacciola-Grasso e quella dei soli Cacciola.
Rosario Grasso è peraltro destinatario anche di un altro provvedimento di custodia cautelare in carcere, emesso dal Gip di del capoluogo dello Stretto su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
La sua figura, infatti, era emersa nelle indagini della Squadra Mobile relative ad un’altra operazione internazionale, la “European ‘ndrangheta connection” (LEGGI), svolta nello scorso mese di dicembre dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza insieme al coordinamento di Eurojust e di Europol.
Nell’ambito di quell’inchiesta - coordinata dal Procuratore Giovanni Bombardieri, dall’Aggiunto Giuseppe Lombardo e dal Sostituto Francesco Tedesco -, il presunto boss è indagato per aver acquistato, detenuto, trasportato ed importato una quantità non determinata di cocaina proveniente dal Sudamerica e destinata in Italia, con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare la cosca dei Grasso di Rosarno.
La partita di droga - che a dire degli stessi correi era stata sequestrata in Spagna - sarebbe dovuta giungere, a bordo di una nave, nel porto di Gioia Tauro, dove Rosario Grasso e suo fratello Giovanni sarebbero stati in attesa di recuperare il carico.
La conclusione delle indagini e l’esecuzione del mandato d’arresto europeo attraverso la polizia spagnola è il risultato del lavoro d’indagine delle forze di polizia italiane e della cooperazione assicurata dalla polizia spagnola, grazie al lavoro dello Scip e della Direzione Centrale per i servizi antidroga.
All’arrivo del 37enne, a Fiumicino, negli Uffici di Polizia di Frontiera Aerea sono state espletate le formalità dell’arresto sul territorio nazionale e successivamente è stato condotto in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria reggina.