Di Maio a Cosenza: “In Calabria sanità usata come bancomat”. E fioccano le accuse ai colleghi
Reddito di cittadinanza, indagati negli altri partiti, e ancora decreto famiglia, sanità . È un intervento a tutto tondo quello del vicepremier Luigi Di Maio a Cosenza per supportare le liste del Movimento 5 stelle alle prossime elezioni europee.
E in merito alla sanità lancia una frecciata. L’ennesima. Ha infatti affermato che il commissariamento è stato una sorta di atto dovuto perché “per 30 anni la vostra sanità è stato il bancomat che ha consentito a tanti politici di diventare quello che sono, e sono tutti coinvolti, dalla destra alla sinistra”. E conferma di essere dispiaciuto di dover “raccontare in giro per il mondo che in Italia c'è bisogno di commissariare la sanità di una Regione mettendoci a capo un generale dei carabinieri” .
Stilettate anche ai colleghi politici. Come quelli di "Forza Italia, Lega e Pd, tutti quanti hanno reagito rispetto agli scandali di corruzione, questa nuova tangentopoli scoppiata in Italia dalla Lombardia alla Sicilia, tenendosi iscritti ai partiti quelli che sono coinvolti nelle inchieste. Ma non è questo il modo di reagire in un Paese che ha un'emergenza: la corruzione".
Non ha tralasciato neanche le vicende giudiziarie del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, indagato in diverse inchieste dalla Procura di Catanzaro. "La corruzione sono le nostre strade piene di buche, sono le scuole che cadono a pezzi, - ha detto Di Maio - la corruzione ci ha divorato miliardi di euro delle nostre tasse".
E quindi l’atto di accusa contro Zingaretti colpevole di non aver espulso “il vostro presidente di Regione dopo la prima inchiesta per corruzione - ha detto Di Maio - perché con la corruzione non c'entra niente il terzo grado di giudizio. Anche da noi c'è chi sbaglia, ma chi sbaglia lo metto fuori in 30 secondi, e questo credo sia un valore - ha detto Di Maio - non un insulto".
E se sul reddito di cittadinanza rilancia al mittente la notizia che vorrebbe decine e migliaia di rinunce da parte degli italiani, in merito al decreto famiglia afferma che esiste “una nuova versione” e che quando saranno “pronti”, andranno, “ma lo decideranno i tecnici e una volta risolti i dubbi di costituzionalità”. Perché quello che interessa al ministro del lavoro è che questo decreto sia “far approvare il decreto famiglia, qualcuno dice di aspettare dicembre per quantificare questo miliardo di euro di risparmio sul reddito di cittadinanza - ha detto Di Maio - ma io ho un'emergenza: l'Italia è l'ultimo Paese che fa figli in Europa, ha bisogno di questo decreto perché su pannolini, asili nido e baby sitter dobbiamo aiutare le giovani coppie che fanno figli e quelle che già hanno figli.”
Così la notizia delle rinunce del reddito di cittadinanza sarebbero “fake news”. Perché il governo non ha " mai avuto notizie di rinunce ". Perché lui, il vicepremier è sicuro di una cosa, è scuro cioè di aver “visto tanta gente che chiede di accedere a questo strumento”. Ha quindi parlato del fatto di aver “respinto il 25 per cento delle richieste perché non c'erano i requisiti, carabinieri e guardia di finanza stanno facendo i controlli e hanno trovato persone che lavoravano in nero, e gli abbiamo revocato la card, e c'è chi ha trovato lavoro grazie al reddito di cittadinanza e quindi sta restituendo la card”.