Corso di barman per i detenuti del carcere, e poi la consegna degli attestati
Circa 30 detenuti della Casa Circondariale di Catanzaro sono stati i destinatari di un corso di formazione professionale per barman, organizzato dall’associazione Universo Minori.
L’attività di formazione è stata presieduta dall’avvocato Rita Tulelli, che da tempo collabora con l’istituto con iniziative trattamentali e culturali, coinvolgendo molti reclusi con ottimi risultati, mentre il Docente del corso è stato Luigi Mellace.
Alla fine del percorso sono stati consegnati gli attestati di frequenza, spendibili sul mercato del lavoro, soprattutto in considerazione del fatto che il settore ricettivo e di ristorazione è quello in cui è più facile trovare un’occupazione in una regione a vocazione turistica come la Calabria.
“Il reinserimento sociale e lavorativo passa anche dall’acquisizione di nuove abilità: anche imparare a preparare i cocktail può essere una strada. Le attività scolastiche e di formazione professionale svolte all’interno di un istituto di pena” - ha commentato ancora la direttrice Angela Paravati “non possono prescindere dal contesto territoriale in cui quell’istituto è inserito, perché il carcere, se inteso come servizio sociale, deve mirare soprattutto a prevenire la recidiva. Le persone detenute devono tornare nella società libera con competenze diverse da quelle possedute al momento dell’ingresso in carcere, in modo che sia più facile per loro svolgere un’attività onesta, e avere un’alternativa. La delinquenza è spesso legata alla mancanza di opportunità lavorative: creare un circolo virtuoso secondo cui la pena non è solo afflittiva, ma è anche una forma di rinnovamento interiore, vuol dire dare la possibilità in carcere di studiare e di imparare un lavoro. Possibilmente deve essere un lavoro di cui ci sia richiesta, in modo tale che queste persone, una volta uscite, possano avere un reddito onesto e ricominciare.”