Cisl: “pessima gestione dell’Asp costo più alto d’Italia per un risultato peggiore”
“Gli Ospedali di Polistena, Gioia Tauro e Palmi, possibile modello di integrazione, in realtà esempio di disorganizzazione e isolamento operativo. Il giro di Assemblee che la Cisl Fp di Reggio Calabria sta effettuando sul territorio dell'Asp Reggina evidenzia la totale sfiducia da parte dei Lavoratori, rassegnati dalla mancanza di svolte operative ed organizzative ma soprattutto indignati da quella discontinuità attesa dal Commissariamento ma non ancora attuata”.
“La "parte" Tirrenica dell'Asp – spiega la nota - è provata dalla mancata attivazione dell'Atto Aziendale, condizione voluta per procedere nel disordine che negli anni è stato minuziosamente messo in piedi e protetto da ogni possibile ondata di trasparenza, si vuole che tutto continui "nell'apparente anarchia", di fatto una scientifica sofferenza messa in piedi e collaudata nel tempo, col preciso intento di "gestire". Le attivazioni del Dipartimento Medico, Chirurgico e dei Servizi avrebbero potuto garantire interventi rapidi tra i due nosocomi di Polistena e Gioia Tauro, con interscambio logistico e di risorse umane, evitando i limiti che il patrimonio tecnologico impone e assicurando risposte all'utenza a pochissima distanza, valorizzando l'immenso patrimonio di cui l'Ospedale di Gioia Tauro ancora dispone”.
“Caso un poco diverso ma ancor più allarmante "lo smantellamento" dell'Ospedale di Palmi, - fanno notare le sigle - del quale non è sfuggito al Ministro della Sanità il prezioso e qualificato impegno della Medicina Iperbarica che oltre ad avamposto per incidenti da decompressione, ha garantito il recupero di ipoacusie, necrosi ossea e cutanea, ulcere cutanee ecc. L'insensibilità di non provvedere ad un adeguato organico, è il sintomo che della Camera iperbarica e dei Servizi presenti nell'ex Ospedale di Palmi non interessa più niente a nessuno”.
“Da agosto 2018 non è garantita l'emergenza per la carenza di figure mediche e ogni intervento urgente deve essere inviato fuori Regione con il solito danno nei confronti di chi potrebbe avere interventi qualificati a breve distanza, col vantaggio del recupero immediato delle funzioni e la beffa di trasferire i fondi destinati ai Lea ad altre Regioni – sottolineano le rappresentanze del comparto - ancora è presto per interrompere il "circolo vizioso" che ha distrutto la risposta sanitaria cui era abituata l'Utenza dell'ex Azienda Sanitaria 10, poi confluita nell'Asp 5 di Reggio Calabria, ma le realtà che sono emerse e le gravi conseguenze legate alla mala gestione, alle infiltrazioni esterne di varia natura e alla complicità interna, imporrebbero una decisa ed immediata risposta, con la rimozione di condizioni e figure interne che hanno provocato il crollo operativo e morale del sistema sanità nel Comprensorio ed in tutto il Territorio della Città Metropolitana”.
“La Cisl Fp comprende la reazione dei lavoratori, offesi, mal utilizzati, neutralizzati ed abbandonati, amplificando il loro grido di immediate soluzioni amministrative ed organizzative con Discontinuità dal pesante passato e nomina di Dirigenti capaci di dare una svolta. La Cisl Fp continuerà ad evidenziare in maniera costruttiva ogni limite – continua la nota - e ad offrire soluzioni per la ripresa dell'Asp di Reggio Calabria, fino a quando gli sperperi e le ruberie finora mantenuti non verranno trasformati in investimenti in adeguamenti strutturali, tecnologia e soprattutto "nuove assunzioni".
“La Cisl Fp non permetterà che si mantenga il costo più alto d'Italia per ottenere come risultato la Sanità peggiore del Paese, i Lavoratori non permetteranno che la loro Professionalità e dedizione venga vanificata ed infangata dalla "cattiva gestione" dell'Azienda Sanitaria di Reggio Calabria, il messaggio è chiaro, è arrivato il momento della Discontinuità e della Svolta. Affinché venga garantito il diritto fondamentale alla salute di tutta la popolazione Metropolitana, concentreremo la forza alla manifestazione nazionale del 22 giugno che si terrà proprio a Reggio Calabria”.