Speleologi intrappolati nella Fossa del Lupo: salvati, ad uno ad uno riportati in superficie
Si è concluso fortunatamente in modo veloce, intorno alle 20 e 30 di stasera, l'intervento che ha riportato in superficie i quattro speleologi - tra calabresi e pugliesi - che erano rimasti intrappolati all’interno dell’abisso del Bifurto a causa di un’ondata di piena dovuta alla pioggia delle ultime ore (LEGGI).
L’allarme, lanciato da un compagno degli Speleo riuscito a raggiungere l’uscita prima che arrivasse l’acqua, è scattato intorno alle quattro di questo pomeriggio.
Dopo la chiamata d’emergenza la Stazione Speleologica del Soccorso Alpino e Speleologico Calabria ha immediatamente raggiunto il luogo dell’evento, la cosiddetta “Fossa del Lupo”, una sorta di imbuto che cade in verticale per quasi 700 metri, nel comune di Cerchiara di Calabria, nel Cosentino.
Gli specialisti, assistiti dai tecnici del Servizio Regionale Pugliese, dopo aver inquadrato la situazione e la gravità del fatto, si sono assicurati che i quattro stessero bene dopodiché hanno allestito una via sicura per la risalita.
Uno per volta gli speleologi intrappolati sono stati così tutti riportati in superficie.
LA FOSSA DEL LUPO, COS’È
L’Abisso del Bifurto, detto anche “Fossa del Lupo”, è una sorta di imbuto che scende in verticale per 683 metri, e si trova nel comune di Cerchiara di Calabria, nel Cosentino.
Il territorio è ricco di grotte di origine carsica, che alloggiarono i primi abitatori ed i monaci basiliani del IX secolo. In epoche successive, furono nascondiglio e riparo per briganti e pastori.
Tra questi proprio il Bifurto, profondissimo inghiottitoio, esempio fra i più evidenti del lavorio carsico sulle pendici del Pollino.
L’Abisso è al quarantesimo posto nella graduatoria delle grotte più profonde del mondo ed è, secondo gli speleologi, una delle cavità più difficili dell’intero Mezzogiorno.