Lamezia: la statua della Madonna Pellegrina con la corona del Rosario di Natuzza
«Questa corona del Rosario che consegno alla Madonna pellegrina di Medjugorje è la coroncina personale di Natuzza Evolo che lei stessa mi ha donata dopo la celebrazione di una santa messa in suffragio di mio figlio Domenico. Il gradito dono, che mi ha colto di sorpresa, mi ha riempito il cuore di tanta emozione perché ho subito percepito che con questo gesto Natuzza ha voluto starmi accanto in un’ora così drammatica della mia vita e ha voluto asciugare le lacrime del mio dolore con la tenerezza di una madre che abbraccia la figlia. Da allora recito il santo rosario con questa coroncina che ha i grani grossi di legno con l’immagine di Cristo e della Madonna del Carmine». Sono queste le commoventi parole proferite da Ida Ruberto alla conclusione della Peregrinatio Maria voluta dalla parrocchia Beata Vergine del Carmine di Lamezia Terme.
La statua della Madonna è stata in mezzo al popolo per più di un mese con una visita ‘speciale’ alle famiglie, ma soprattutto alle persone ammalate, a partire dal 1 maggio, giorno d’inizio del mese dedicato alla Madonna. Si è trattato della “Peregrinatio Mariae” ossia il pellegrinaggio della statua della Regina della Pace di Medjugorje che, portata tutti i giorni in processione, è stata ospite soprattutto nella case in cui risiedono persone non autosufficienti che sono nella impossibilità di prendere parte al tradizionale mese di maggio che si celebra in chiesa.
Il programma di ogni incontro di preghiera, al quale hanno preso parte alternativamente i parroci don Gigi, don Pino e don Francesco, le responsabili del gruppo missionario Tiziana Buffone, Innocenza Martello e Pina Molinaro, gli ammalati e le famiglie del rione, è iniziato con la recita del Santo Rosario, è proseguito con una appropriata catechesi mariana e la consacrazione della famiglia alla Madonna. Ovviamente, nel corso degli incontri, non sono mancate tante premurose preghiere per il vescovo eletto di Lamezia Terme monsignor Giuseppe Schillaci.
Le famiglie hanno accolto con amore la venuta di Maria nella loro casa e, nel corso della giornata, hanno ritrovato la gioia di pregare insieme come “piccole chiese domestiche” e riscoperto la bellezza della recita del Santo Rosario.