In permesso per assistere familiari disabili, erano a spettacoli ed in tv: denunciati due dipendenti pubblici
Avrebbero dovuto essere a casa di familiari che, disabili, necessitavano di essere assistiti. Per questo gli erano stati concessi i benefici previsti dai cosiddetti congedi e permessi retribuiti, la più nota Legge 104 o il Dl 151, che garantiscono a tutti i dipendenti, in questo caso pubblici, di ottenere dei giorni “liberi”, appunto, per accudire congiunti portatori d’handicap.
In realtà e però avrebbero approfittato di questo “vantaggio” offerto dalla legge per sbrigare faccende private, anche fuori regione, addirittura per partecipare a spettacoli ed eventi televisivi.
Protagonisti di questa che è a tutti gli effetti una truffa, due dipendenti di un ente pubblico del cosentino che sono stati smascherati dalla Guardia di Finanza di Sibari e ora denunciati per truffa e falso.
Le indagini - delegate dalla Procura di Castrovillari, diretta da Eugenio Facciolla, e coordinate dal Sostituto Iannotta - sono state mirate a verificare il reale utilizzo dei giorni di assenza e retribuiti richiesti e ottenuti dagli indagati che, per fruire dei benefici di legge, avevano variato la loro residenza spostandola nelle abitazioni dei familiari disabili ed attestando che a quest’ultimi dessero assistenza “in via continuativa ed esclusiva”.
Le Fiamme Gialle hanno eseguito appostamenti e pedinamenti, riprendendo gli interessati con le telecamere e controllandogli il traffico telefonico.
È così, e però, che hanno scoperto come utilizzassero in modo “illegale” i congedi e permessi e per tutt’altro che aiutare i parenti.
Un comportamento che ha danneggiato non solo l’Ente pubblico in cui sono assunti, che ha dovuto fronteggiare all’assenza dei lavoratori, ma anche l’Inps che ha dovuto invece rimborsare la quota di retribuzione anticipata dal datore di lavoro.
Grazie a degli approfondimenti su documenti, allargati al triennio 2017-2019, sono stati calcolati i giorni di effettiva assenza ingiustificata e l’ammontare della retribuzione percepita indebitamente.
In particolare, gli indagati si sono assentati per 117 giorni quanto ai permessi retribuiti per 169 giorni quanto ai congedi retribuiti, per un importo complessivo percepito indebitamente come retribuzione calcolato in circa 23 mila euro.
Al termine delle indagini, dunque, i Finanzieri hanno segnalato alla Procura i due “furbetti” per falsità materiale e truffa ai danni dello Stato e ora rischiano di dover restituire le somme percepite “ingiustamente” ma anche un procedimento disciplinare da parte dell’Ente a cui appartengono e - se riconosciuti colpevoli - anche una condanna alla reclusione da 1 a 6 anni oltre che una multa.