Prostituzione: asse Calabria-Puglia, 8 arresti e 10 indagati
Era a Brindisi la mente dell'organizzazione che stamattina è stata sgominata dalla squadra mobile di Cosenza, che ha operato insieme a quella pugliese e agli uomini del Commissariato di Lamezia Terme.
Arrestate otto persone ritenute, a vario titolo, responsabili di aver promosso una stabile associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Tra le persone coinvolte nell'operazione, denominata “Casamaxima”, ci sono tre agenti immobiliari accusati di avere procurato gli appartamenti a Cosenza, Lamezia Terme e Lecce in cui avvenivano gli incontri tra le prostitute ed i loro clienti.
Si tratta di nomi già noti alle forze dell'ordine: A.Z., 45 anni, e sua moglie A.C., 44 anni, nonché la madre della donna, R.B., 64 anni, tutti di Brindisi.
In Calabria operava quest’ultima, che aveva trovato in un 79enne, D.P., il factotum e manutentore delle diverse case di appuntamento.
Quest'ultimo è finito ai domiciliari, così come 4 incensurati. Si tratta di C.E., 51 anni, contitolare di una agenzia immobiliare di Rende, posta in sequestro preventivo; P.A., 36 anni, contitolare di un’altra agenzia immobiliare ma di Lamezia Terme; Z.M., 35 anni, Agente Immobiliare di Lecce; e P.N, 42 anni, impiegato nell'amministrazione di un'azienda di Cosenza e proprietario di un appartamento affittato alle prostitute. Vista la crisi del mercato degli affitti, gli agenti immobiliari avevano evidentemente accettato di occuparsi della locazione degli appartamenti dove si effettuava il meretricio.
Le ragazze utilizzate nel fiorente traffico erano tutte italiane e sudamericane e prendevano tra i 70 e i 100 euro a prestazione.
Innumerevoli gli annunci di "massaggi" che gli investigatori hanno reperito sui quotidiani locali e che venivano utilizzati come esca per i clienti.
Le indagini sono partite da un esposto presentato dai condomini di un fabbricato di Rende, stanchi del continuo via vai dei clienti delle lucciole.
Si erano anche lamentati con il padrone di casa, che risulta tra gli arrestati ai domiciliari, ma questi avrebbe risposto che con quell'affitto guadagnava il triplo del normale e che pertanto non voleva rinunciare al denaro, come raccontato in conferenza stampa dal capo della Squadra Mobile di Cosenza, Fabio Ciccimarra.
Dalle intercettazioni effettuate, si è scoperto che il 79enne, che ha precedenti per truffa, era incaricato non solo della manutenzione degli appartamenti, ma anche dell'accompagnamento e vettovagliamento delle ragazze, alle quali forniva anche telefoni da utilizzare solo per comunicazioni urgenti.
Inoltre le riforniva anche di carte ricaricabili poste pay, su cui effettuare i versamenti a favore degli organizzatori del meretricio.
In tutto la Procura della Repubblica di Cosenza ha indagato 10 persone. Le indagini sono ancora in corso, perché dalle intercettazioni si sarebbe scoperto che altre case di appuntamento erano in via di allestimento.