“Beccati” a coltivare canapa. Il gip revoca il carcere, ai domiciliari col braccialetto
Sono finiti ai domiciliari quattro giovani arrestati a Cittanova mentre coltivavano una vasta piantagione di canapa indiana.
Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Palmi, Dionisio Pantano, ha applicato la misura nei loro confronti di che, in particolare, i Carabinieri della Compagnia di Taurianova lo vaveno “beccati” proprio mentre erano intenti a coltivare 3.200 piante di altezza compresa tra i 50 e i 150 centimetri.
La piantagione, che si trovava in località Querce di Cittanova, era alimentata con dei tubi di plastica collegati a delle cisterne ed aveva come originale dissuasore degli odori, delle carcasse di polli (QUI IL VIDEO).
Il Pubblico Ministero Domenico Cappelleri aveva chiesto la convalida dell’arresto e l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere per il reato produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, aggravato dall’ingente quantità.
Ma i difensori dei giovani, Antonino Napoli, Michele Ceruso e Annunziata Modafferi, all’udienza di convalida tenuta presso il carcere di Arghillà, si sono opposti all’applicazione della massima misura, richiedendo per i loro assistiti - in subordine – quella, appunto, dei domiciliari.
Il GIP ha accolto parzialmente le argomentazioni degli avvocati e ha disposto l’applicazione quest’ultima ma con l’installazione del braccialetto elettronico, stabilendo che, in caso in cui il braccialetto stesso non sia immediatamente reperibile, i quattro venissero liberati e condotti nei loro domicili dove attenderanno che gli venga installato. Pertanto i giovani, nella giornata di ieri, hanno lasciato il carcere di Arghillà.