Protocollo Eva e Liana, fermati tre uomini. Perseguitavano le ex compagne
Tre uomini sono finiti in manette perché accusati di stalking: è questo il risultato delle attività delle Volanti nell’ambito di Reggio Calabria impegnate nel contrasto alla violenza di genere e ai reati in ambito familiare inseriti nei cosiddetti protocolli “Eva” e “Liana”, grazie ai quali gli genti hanno fermato due persone accusate di atti persecutori e maltrattamenti in famiglia.
Un caso riguarda un soggetto che ha minacciato l’ex moglie con alcune bottiglie di vetro rotte, alla presenza del nuovo compagno di quest’ultima: a finire in manette un 44enne reggino, beccato in flagranza del reato di minaccia aggravata.
Gli agenti sono intervenuti nella zona nord della città, a seguito della richiesta di una donna. L’uomo, grazie al capillare controllo del territorio, è stato poi bloccato dagli Agenti nei pressi dell’abitazione della vittima ed è stato trovato in possesso di uno zaino contenente due mezze bottiglie di vetro con il collo infranto, oggetti perfettamente idonei per l’offesa.
M.F.C., queste le sue iniziali, è stato accompagnato in Questura per le formalità di rito e grazie della denuncia dell’ex moglie, presentata nei giorni scorsi ed inserita nella procedura EVA, è stato sottoposto all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale locale, Valentina Fabiani.
L’autorità giudiziaria ha ritenuto idonea l’emissione della misura restrittiva, dati i vari e ripetuti comportamenti vessatori dell’uomo nei confronti dell’ex compagna, tra i quali le molestie telefoniche, pedinamenti, appostamenti, offese, minacce, danneggiamenti e anche la tentata violenza sessuale. L’ex è stata inserita nella procedura Liana a tutela delle vittime di violenza di genere.
Nella serata, invece, sempre gli Agenti della Polizia di Stato, hanno arrestato N.B., un cittadino marocchino 30enne, pregiudicato, ritenuto responsabile anch’egli di maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie e delle tre figlie minorenni.
L’uomo, rientrato dal lavoro, per futili motivi si sarebbe avventato contro la figlia maggiore e, per evitare il peggio, la moglie si sarebbe frapposta tra i due, venendo colpita da un pugno sferrato dal marito, che avrebbe poi proseguito nell’atteggiamento violento e minaccioso nei confronti della figlia.
Approfittando di un momento di distrazione dell’uomo, la donna ha preso le tre minorenni ed è scappata dall’abitazione. Dopo un primo momento di smarrimento, ha trovato la forza di contattare il suo legale di fiducia che ha raggiunto la vittima e le ragazze, richiedendo, nel frattempo, l’intervento della Polizia di Stato.
Un altro equipaggio delle volanti si è così diretto verso l’abitazione dell’uomo, che è stato sorpreso nelle scale nel tentativo di allontanarsi dall’abitazione. Sul posto è stata fatta avvicinare anche un’unità cinofila, il cane antidroga Kent, che ha subito sentito la presenza di stupefacenti addosso all’uomo.
Il controllo è stato così esteso all’appartamento e il prezioso lavoro del cane è stato premiato con il ritrovamento, in un pensile della cucina, di due buste di sostanza vegetale, per un peso complessivo di 42 grammi, che dal controllo eseguito dagli esperti del Gabinetto della Scientifica è risultata poi essere della cannabis.
L’uomo è stato così ed anche segnalato al Prefetto per una contestazione amministrativa prevista dalla normativa sugli stupefacenti.
La donna, che è stata medicata presso il pronto soccorso locale, è stata giudicata guaribile in 12 giorni per le lesioni subite a seguito del pugno al collo, sferrato dal marito violento.
La stessa, in sede di denuncia, ha riferito di altri episodi di violenza subiti che hanno aggravato la posizione dell’uomo e permesso all’Autorità Giudiziaria di disporne la custodia in carcere in attesa della convalida del provvedimento provvisorio di polizia, misura ritenuta idonea per tutelare la moglie e le figlie. Tutte sono state inserite nella procedura Liana.