Truffa sui fondi pubblici per l’agricoltura, scatta il sequestro per undici indagati e due società

Reggio Calabria Cronaca

Aveva ottenuto un finanziamento pubblico di poco più di 690 mila euro per eseguire un primo imboschimento di superfici non agricole. I fondi erano stati concessi” dalla Regione Calabria nell’ambito del settore dell’agricoltura, in particolare tramite la misura 223 del PSR.

Secondo i finanzieri di Villa San Giovanni, però, il destinatario del finanziamento, una cooperativa di Scilla, avrebbe eseguito solo una parte dei lavori e presentato della documentazione amministrativa e fiscale falsa per provare di aver speso tutto il “contributo”.

In relazione a determinate voci, insomma, le attività o non sarebbero state per nulla eseguite o lo sarebbero state solo parzialmente, e su una parte della superficie prevista.

Per ottenere, poi, il pagamento delle varie tranche del finanziamento pubblico e, quindi, documentare l’esborso, gli indagati non avrebbero avuto nemmeno remora a presentare alla Regione una serie di fatture per operazioni risultate inesistenti, in tutto o in parte, e che giustificassero l’acquisto dei beni.

Il tutto anche con la complicità di funzionari ed incaricati dell’ente, che avrebbero attestato falsamente i collaudi propedeutici alla concessione del finanziamento.

Per di più, le indagini dimostrerebbero come i costi relativi all’acquisto delle piantine da utilizzare per il rimboschimento del terreno sarebbero stati triplicati “cartolarmente tramite un’altra azienda compiacente.

Questo, dunque, quanto emergerebbe da un’indagine condotta dalle fiamme gialle reggine, a partire dal 2017 - con il coordinamento dal Procuratore Giovanni Bombardieri e dall’Aggiunto Gerardo Dominijanni, e dirette dal Sostituto Diego Capece Minutolo - che oggi hanno portato il Gip del tribunale del capoluogo dello Stretto ad emettere un decreto di sequestro (di oltre 350 mila euro) nei confronti di 11 persone e due società, ed a cui si contestano la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e l’utilizzo ed emissione di fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti.

I sigilli sono scattati su disponibilità finanziarie liquide direttamente riconducibili agli indagati (tra conti correnti, buoni fruttiferi postali, carte prepagate, fondi pensione, depositi di risparmio e fondi di investimento), e a sette autoveicoli e due motoveicoli.

All’inizio l’indagine si era incentrata sull’analisi di diversa documentazione acquisita presso la Regione Calabria e, poi aveva previsto delle perquisizioni domiciliari e personali, delle acquisizioni documentali e bancarie, accertamenti tecnici - eseguiti anche con dei droni di ultima generazione con il supporto - insieme ai funzionari del Sistema Informativo Nazionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura.