Pizzo. Centro studi Theotokos analizza la figura di Corrado Alvaro e il suo rapporto con la religione
Il Centro Studi Theotokos Religiosità Popolare di Pizzo Calabro ha aggiunto una nuova perla alle sue iniziative culturali.
Si tratta del secondo caffè letterario all’aperto nella serata del 27 luglio, stavolta dedicato alla figura prestigiosa di Corrado Alvaro. Tema della disquisizione, durante l’assaggio dei prodotti tipici del maestro gelataio, la vita e l’opera dello scrittore di San Luca che da uomo del Sud parte dalla Calabria alla conquista dell’Italia e dell’Europa.
Per l’occasione, oltre al saluto di Santina Belvedere, donna amante della cultura, gli interventi del dirigente scolastico dell’Ite Galilei di Vibo, Genesio Modesti, di Alessandra Siclari, collaboratrice del Centro Theotokos, di Anna Rotundo e Martino Michele Battaglia, questi due ultimi fondatori del Centro Studi Theotokos, è intervenuto Giuseppe Rando, ordinario di letteratura italiana all’Università di Messina Dip. Civiltà Antiche e Moderne e critico letterario di spessore.
Dopo il saluto di Santina Belvedere che ha voluto promuovere l’evento, l’artista napitino Massimo Marrella ha svelato una sua opera che ha esposto appositamente per questa occasione. “L’Angelo caduto” rappresenta infatti l’uomo nel suo complesso rapporto con la spiritualità e col divino, l’uomo che cade e si rialza per affrontare nuove sfide.
La moderatrice Anna Rotundo ha introdotto il tema dell’incontro soffermandosi su alcuni aspetti essenziali che riguardano il rapporto di Alvaro con la religiosità popolare (la prima prova d’autore Corrado Alvaro l’aveva fatta proprio raccontando in un libretto il pellegrinaggio al santuario di Polsi) e con le donne protagoniste nei suoi romanzi. Anna Rotundo inoltre ha sottolineato come, pur avendo Alvaro peregrinato in vari collegi laziali, ebbe la sua vera e profonda formazione a Catanzaro: qui prese parte a manifestazioni irredentiste e futuriste, e tenne conferenze. Del soggiorno a Catanzaro Alvaro ebbe dolci ricordi, come scrisse: “la vita era così bella che certe notti non dormivo aspettando il giorno seguente che sarebbe venuto a portarmi non so che cosa”.
Passando poi la parola al Dirigente scolastico dell’Ite Galilei di Vibo, Genesio Modesti, la discussione si è spostata sugli episodi più significativi relativi alla vita dello scrittore calabrese. Il suo rapporto controverso col suo paese natio, con la Calabria e la sua poliedricità di cronista che lo ha portato a cimentarsi con successo prima come giornalista, poi come romanziere e autore teatrale.
Alessandra Siclari ha declamato l’incipit di “Gente in Aspromonte” e ha spiegato cosa c’entri Alvaro con Giuseppe Rando che all’autore calabrese ha dedicato diverse attenzioni nelle sue recensioni critiche che mostrano la grandezza dello scrittore sanluchese. Giuseppe Rando sulla scia degli interventi precedenti con la maestria e l’umiltà che lo contraddistinguono da sempre ha posto in risalto oltre alla grandezza delle opere di Alvaro la capacità poliedrica del sanluchese ad adattarsi a qualsiasi situazione. Lo stile creativo che inizia spesso attraverso la raccolta di articoli di giornale per poi diventare romanzo.
Il linguaggio asciutto e concreto oltre alla predisposizione al viaggio per raccontare e raccontarsi seguendo un itinerario che coinvolge e avvolge l’uomo, la vita e le problematiche perenni che riguardano il rapporto tra il passato e il presente. Non a caso, secondo Rando è stato Alvaro a inventare la figura giornalistica dell’inviato speciale. Inviato speciale che torna da Berlino con in tasca “Gente in Aspromonte”. Rando ha fatto comprendere il motivo per cui un siciliano verace come lui si sia innamorato dello scrittore calabrese ricordando che recentemente ha pubblicato una serie di racconti inediti col titolo “Gente che passa” per far conoscere ancora la bellezza dello stile alvariano e il suo aspetto profetico visto che i temi trattati dallo scrittore calabrese anticipano di parecchio le tematiche odierne.
Sulla stessa scia le conclusioni affidate a Martino Michele Battaglia, docente di Antropologia Culturale e direttore del Centro studi Theotokos Religiosità Popolare, elogiando Giuseppe Rando come maestro di color che sanno, sommo tra gli interpreti del pensiero alvariano, ha messo in evidenza proprio lo spirito profetico dell’autore calabrese. Battaglia ha citato al riguardo Karl Raimund Popper (citato prima da Rando) sulla impossibilità di creare una società perfetta, Michael Foucault e la storia della sessualità che ha molto a che vedere con questo aspetto trattato proprio da Alvaro nei suoi romanzi, Marc Augé e i suoi non luoghi in relazione all’aspetto antropologico che coinvolge Alvaro nel rapporto città-campagna, il mondo agropastorale e la società borghese, Michel Maffesoli e le idolatrie post-moderne e così via fino a invitare i presenti a rileggere Alvaro oggi sotto una nuova dimensione decisamente più complessa per il modo di affrontare le ansie i timori che da sempre angustiano l’uomo. Il pubblico soddisfatto per la riuscita dell’evento è stato congedato con una frase di Alvaro tratta da “Vent’anni” pronunciata dal direttore del Centro Theotokos e che recita: “che ci resterà da fare domani, se torniamo nel modo? Temo che tutto ci parrà un gioco inutile. Bisognerà assumersi grandi responsabilità, altrimenti tutto ci parrà ozioso e misero”.
Ricordiamo che il “ Centro Theotokos Studi Religiosità Popolare”, fondato da Martino Michele Battaglia (docente di antropologia culturale presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Reggio Calabria) e Anna Rotundo (docente e saggista), è un progetto laico, culturale, internazionale e itinerante, un percorso che si gloria di studiare la profondità e la bellezza della religiosità popolare, con l’apporto di tutte le scienze umane, attraverso la presenza di accademici prestigiosi, e una particolare valorizzazione del protagonismo delle donne.
È una costola del Centro Internacional de Estudios sobre Religiosidad Popular: Semana Santa (Università di Valladolid – Spagna), diretto dal prof. Jose’ Luis Alonso Ponga, antropologo museale di fama mondiale. Anna Rotundo, saggista e coordinatrice del Centro Theotokos, si occupa di studi teologici inerenti il ruolo delle donne nella chiesa e nella religiosità popolare. Martino Battaglia, direttore del suddetto Centro Studi, è autore di diversi volumi di filosofia e antropologia.