I conflitti mondiali e i totalitarismi esaminati da Anassilaos: incontro allo Spazio Open

Reggio Calabria Attualità

Il 1° settembre 1939, con l’attacco alla Polonia da parte delle truppe del 3^ Reich, aveva inizio il 2^ conflitto mondiale. L’Associazione Culturale Anassilaos - che ne seguirà anno dopo anno i fatti più salienti e gravidi di conseguenza ritenendo che “Quelli che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo” (Santayana) - dedicherà un primo incontro che si terrà il 3 settembre alle 19 presso lo Spazio Open con l’intervento di Antonino Romeo, introdotto da Luca Pellerone, Presidente Anassilaos Giovani, dedicato all’analisi delle cause prossime e remote del conflitto che segnò profondamente la storia del Novecento provocando la morte di milioni di individui, sia militari che civili, immani distruzioni in Europa e nel Medio ed Estremo oriente, l’avvio su larga scala della Shoah e la perdita di ruolo delle nazioni europee.

Lo studioso ripercorrerà le fasi e i momenti più significativi che portarono al nuovo conflitto mondiale ad appena ventuno anni dalla fine della Grande Guerra (1918) di cui è quasi come una prosecuzione, forse annunciata dai modi stessi in cui fu imposto alla Germania e alla giovane Repubblica di Weimar, subentrata all’Impero, il Trattato – o meglio diktat - di Versailles (1919). La fine della Grande Guerra, d’altra parte, aveva contributo ad acuire all’interno dei vari paesi belligeranti, vincitori o vinti, quelle gravi tensioni sociali ed economiche che condussero - anche a causa della grave crisi economica del 1929 (crollo di Wall Street) che dagli Stati Uniti si propagò l’Europa - alla nascita, in un breve volgere di anni, di regimi totalitari o quasi – oggi forse diremmo “sovranisti” – nella maggior parte dei paesi europei, molti dei quali nati all’indipendenza dal crollo dell’impero russo e austroungarico.

In Italia il fascismo di Mussolini, in Germania il nazismo di Hitler, in Polonia il governo militare del generale Pilsudiski, in Ungheria la reggenza dell’Ammiraglia Horthy, in Spagna, qualche anno più tardi, il regime falangista del Generale Franco. Le nazioni “demoplutocratiche” – come si ostinava a definirle la propaganda fascista – ma in realtà le antiche democrazie parlamentari di Gran Bretagna e Francia nonché delle piccole monarchie europee dovevano così sostenere un accerchiamento politico ed ideologico fortissimo mentre ad Est, l’Unione Sovietica, saldamente nelle mani di Stalin, se pur si contrapponeva ideologicamente ai fascismi (almeno fino all’accordo Molotov-Ribbentrop), non dava certo garanzie di democrazia.

“In questo quadro complesso – scrive il Presidente di Anassilaos Stefano Iorfida - divampò quel conflitto sanguinoso che si concluse, nell’agosto del 1945, con le terrificanti esplosioni di Hiroshima e Nagasaki che misero fine alla guerra e inaugurarono una pace armata all’insegna dell’apocalisse nucleare. Una pace che dura tuttora (ma fino a quando?), nonostante i numerosi conflitti locali che si sono registrati dal 1945 in poi e le nuove attuali tensioni provocate dall’insorgere di quei nazionalismi o sovranismi che hanno contagiato molti paesi europei ed extraeuropei (gli Stati Uniti di Trump, il Brasile di Bolsonero ed altri) e che, ancora una volta, hanno la loro non ultima origine nella grave crisi economica del 2008 i cui effetti negativi perdurano tuttora”.